Veneto
Padova: procuratrice cancella atto di nascita di bambina con due mamme
Valeria Sanzari si difende: "Sono tenuta a far rispettare la legge"
Alex Lung | 20 June 2023

Amara scoperta per una coppia di donne gay padovane che il 30 agosto 2017 sono diventate mamme di una bambina: la procuratrice Valeria Sanzari ha provveduto alla cancellazione dell'atto di nascita della piccola. Sono due le rettifiche apportate: è stato cassato il nome della madre non biologica, così come il suo cognome, dato alla figlia insieme a quello della compagna che l'ha portata in grembo. Le due donne hanno anche un altro bambino, nato a pochi mesi di distanza dalla sorella.

"Non si tratta solo di ripercussioni sulla vita sociale. Ma ripercussioni sulla propria identità, fino a prova contraria un diritto fondamentale. Un trauma personale in una fase delicata dello sviluppo, per il fatto di non avere più un fratello ed una mamma", ha commentato una delle genitrici all'ANSA. Nelle motivazioni apportate per la decisione, la procuratrice Sanzari ha ricordato le varie leggi in materia e il parare contrario della Corte di Cassazione ai certificati di nascita che portino il nome di due genitori dello stesso sesso. Nelle scorse settimane le autorità giudiziarie hanno provveduto a notificare altri 33 casi di famiglie omogenitoriali nel padovano.

Sergio Giordani, sindaco di Padova, rimane fermo nelle sue convinzioni: "Dal 2017 trascrivo gli atti di nascita delle bambine e dei bambini figli di due mamme. È un atto di responsabilità verso questi piccoli perché non accetto il pensiero che ci siano bambini discriminati fin da subito, e appena nascono, nei loro fondamentali diritti". Il primo cittadino ha anche puntato il dito contro la mancanza di un ordinamento che tuteli questi casi: "C'è un vuoto legislativo gravissimo rispetto al quale il Parlamento dovrebbe legiferare; ma fino ad ora non lo ha fatto, lo hanno chiesto a gran voce molto colleghi sindaci anche di parti politiche diverse. Quello che dico alle forze politiche è di mettere da parte la battaglia ideologica e pensare solo ai bambini".

Le mamme della bambina hanno già presentato ricorso e si dovranno presentare in tribunale il prossimo 14 novembre. Non senza amarezza, considerando che la bambina sarà pertanto iscritta al primo anno di elementari con un solo cognome, che non rappresenta né la realtà della famiglia in cui è cresciuta, né la sua identità. 

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