Di fronte a un mutamento sociale e politico segnato da profonda complessità, all’indirizzo preso dalla trasformazione digitale, alla straordinaria concentrazione di ricchezza e potere in poche mani, a una potente dinamica autoritaria che penetra le democrazie, alla sua coesistenza con il neoliberismo, può la democrazia rigenerarsi? Come? Queste domande saranno al centro della tre giorni “Democrazia alla prova” organizzata da Forum Disuguaglianze e Diversità e da Palazzo Ducale, in programma al Palazzo Ducale a Genova dal 23 al 25 gennaio 2026. La prospettiva non è quella usurante della “crisi della democrazia”, poiché la democrazia, per sua natura, non è mai data una volta per tutte, ma è un sistema che legittima e governa conflitti e tensioni, che è in continuo divenire e che deve continuamente adattare i propri dispositivi al contesto e rigenerarsi. Il problema oggi è il ritardo di questo adeguamento.
Il punto di partenza è offerto da un insieme di assunti, curato come la tre giorni da Fabrizio Barca e Luca Borzani, che sarà messo a repentaglio durante i lavori. Si ascolteranno interventi su Stati Uniti, India, Cina e Italia e il punto di vista delle nuove generazioni sulla democrazia alla prova. Il confronto tra relatori e relatrici di diverse discipline e campi di azione, di ogni fascia generazionale e di Paesi diversi aiuterà a comprendere “che fare”.
Il documento
Nel documento, disponibile come il programma anche in inglese, vengono argomentate alcune questioni, a partire dalle quali si ragionerà sulla necessità della democrazia di rigenerarsi e su come questo processo possa compiersi.
Queste, per titoli, le affermazioni centrali:
- Per “democrazia” intendiamo un sistema costituzionale che mira ad assicurare a tutti e tutte un peso effettivo sulle decisioni pubbliche, la possibilità di non essere dominati e subalterni e una comune uguaglianza.
- La democrazia non è mai data una volta per tutte, ma è per sua natura un sistema in continuo divenire che deve continuamente adattarsi al contesto.
- La democrazia, pur non essendo necessaria al capitalismo, può convivere con esso e influenzarlo.
- Il neoliberismo ha eroso la capacità della democrazia di conseguire i propri obiettivi.
- Il neoliberismo ha anche saputo intercettare la transizione digitale piegandola a strumento di concentrazione di ricchezza e potere.
- La democrazia non è stata capace di rinnovarsi per far fronte alla crescente complessità delle decisioni pubbliche.
- Gli strumenti per il controllo e il confronto pubblico sono stati indeboliti, favorendo la direzione autoritaria.
- Molti movimenti e organizzazioni di cittadinanza attiva, con un significativo ruolo delle nuove generazioni, si sono opposti al neoliberismo, ma non hanno pesato a livello di sistema.
- Il neoliberismo ha progressivamente perso egemonia, e ha così accentuato il suo tratto illiberale. In assenza di alternative democratiche, dentro al populismo si è spesso affermata la versione autoritaria.
- La fase in atto in molta parte dell’Occidente e del mondo può essere interpretata come una convergenza di neoliberismo e autoritarismo.
- La dinamica autoritaria è cementata e incoraggiata da un’azione possente sul senso comune.
È a partire da queste affermazioni, e dallo scenario che delineano, che la democrazia è sfidata a rinnovare i propri dispositivi, dimostrando di essere in grado di governare l’accresciuta complessità nell’interesse di una maggiore giustizia sociale e ambientale, di dare vita a processi di decisione e produzione dei beni pubblici fondamentali che siano innervati da un confronto democratico di valori, interessi e conoscenze.
Le cinque sessioni
La tre giorni vedrà alternarsi analisi e dialoghi a più voci: i lavori inizieranno il pomeriggio del 23 gennaio alle 17:30 e termineranno alle 13:30 di domenica 25 gennaio.
Le prime due sessioni “Democrazia, Stato, neoliberismo e autoritarismo: passato e presente” e “Democrazia, Stato, neoliberismo, autoritarismo: futuro” si intersecano guardando alle stesse vicende con due diverse prospettive: quali siano le questioni a cui il neoliberismo prima e l’autoritarismo poi hanno offerto una risposta che la democrazia non riusciva a dare, divenendo così egemoni; come la democrazia ha cercato di reagire e può reagire alla prova a cui è sottoposta. La terza sessione “Nuove generazioni e democrazia” è guidata dal punto di vista delle nuove generazioni, per comprendere l’equilibrio fra la consapevolezza delle ingiustizie e le intuizioni sul rinnovamento della democrazia, e una sfiducia in tutte le forme organizzate, partiti in testa. Nella quarta sessione “Stati Uniti, India e Cina” viene preso di petto il caso Stati Uniti, per cogliere l’essenza della gravissima svolta autoritaria in atto, e domandarsi se essa dipenda da condizioni di quella nazione o anticipi tendenze generali. Ci si pongono poi simili domande anche sull’India, la più grande democrazia al mondo, e sulla Cina, analizzando come vengano prese le decisioni in quel particolare modello di governo. Si chiude con una quinta, e fondamentale, sessione dedicata all’Italia, dove ci si interroga sulle premesse e sulle specificità della dinamica autoritaria in atto, sui suoi nessi con il capitalismo e con la società italiana, sul fortissimo aumento dell’assenteismo elettorale, sulla sfida di contendere l’attuale senso comune prevalente, e sulle opportunità di una reazione politica radicale a cui concorrano le forme organizzate del lavoro e della cittadinanza attiva.
I protagonisti e le protagoniste
Saranno con noi: Melissa Aglietti (giornalista freelance e autrice video), Gaetano Azzariti (Università Sapienza, Roma), Filippo Barbera (Università di Torino, Forum Disuguaglianze e Diversità), Vincent Bevins (giornalista e scrittore), Lucio Caracciolo (Limes), Lorenzo Cirino (Scomodo), Angela Condello (Università di Messina), Eugenio Damasio (No Panic Agency), Juan Carlos De Martin (Politecnico di Torino), Massimo Florio (Università di Milano e Forum Disuguaglianze e Diversità), Guido Formigoni (Università IULM, Milano), Raffaele Giuliani (content creator), Jayati Gosh (Jawaharlal Nehru University, New Delhi in collegamento dall’India), Elena Granaglia (Università Roma Tre, Forum Disuguaglianze e Diversità), Ismahan Hassen (Dedalus – Centro interculturale Officine Gomitoli), Piero Ignazi (Università di Bologna), Alba Lala (Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane), Fulvio Lorefice (Bistoncini Partners), Federico Masini (Università Sapienza, Roma), Alfio Mastropaolo (Università di Torino), Serena Mazzini (esperta di media digitali), Andrea Morniroli (Dedalus Cooperativa, Forum Disuguaglianze e Diversità), Evgeny Morozov (scrittore), Ugo Pagano (Università di Siena e Forum Disuguaglianze e Diversità), Gloria Riva (giornalista), Gea Scancarello (giornalista), Serena Sorrentino (Cgil), Susan Stokes (Chicago University, Chicago, in collegamento dagli USA), Carmelo Traina (Questa è la mia Terra), Nadia Urbinati (Columbia University, New York), Chiara Volpato (Università di Milano-Bicocca), Alessia Zabatino (Forum Disuguaglianze e Diversità), Lorenzo Zamponi (Scuola Normale Superiore di Firenze, Jacobin). La tre giorni sarà accompagnata dai commenti quotidiani di Mattia Diletti (sociologo politico) e Franco Monaco (giornalista) e da interviste ai e alle partecipanti.
Il disegno della locandina è di Lorenzo Calza, sceneggiatore e vignettista. La grafica è curata dall'agenzia di comunicazione No Panic che è parte dell'intera iniziativa.
Il documento con gli assunti che guidano i lavori: https://bit.ly/democrazia-alla-prova-assunti
ll programma della tre giorni: https://bit.ly/democrazia-alla-prova-programma
Link per prenotarsi: https://palazzoducale-genova.midaticket.com/categoria/democrazia-alla-prova/




