Arte
Les Ballets De Montecarlo, a tu per tu con Tribuna e Ananyan: "Ecco perché bisogna salvare l'arte"
I due ballerini si raccontano e ci spiegano perché è fondamentale ripartire dall'arte e dalla danza
Sofia Donzelli | 24 May 2021

In questo periodo di pandemia che sembra essere interminabile, è stato dato poco spazio al mondo dell'arte. Per portare il teatro da voi abbiamo intervistato due ballerini professionisti della compagnia "Les Ballets De Montecarlo": Simone Tribuna e Victoria Ananyan. Hanno due storie completamente diverse unite dall'amore per la danza. 

Raccontateci la vostra carriera.

Victoria: "Tutta la mia famiglia fa parte del grande mondo dello spettacolo: mio nonno era un coreografo così come mia nonna. In tutto dieci componenti della mia famiglia sono ballerini e altri venti hanno occupazioni in ambito teatrale. Sono nata e cresciuta in un teatro, ho sempre saputo che sarei diventata una ballerina professionista".

Simone: "Ho sempre avuto la vocazione della danza. Ricordo che quando ero solo a casa accendevo lo stereo e ballavo. Mio padre però ha sempre tentato di indirizzarmi verso un'altra strada, così mi iscrisse presso una scuola calcio. Dai cinque ai dieci anni ho studiato questa disiplina che tuttavia non amavo, così mi ribellai. Spiegai a mio padre che il mio desiderio era quello di danzare, lui capì e mi iscrisse in una scuola di danza a pochi chilometri da casa. Ho studiato a Villabate nella scuola Progetto Danza  di Luana e Angela Ragolia fino ai quindici anni, successivamente mi sono diplomato all'età di diciannove anni presso l'Academie de Danse Pricesse Grace. Così ebbe inizio la mia cariera".

Simone cosa significa per te ballare di fronte ad un pubblico?

"Il pubblico è fondamentale. Non avrebbe senso ballare in un teatro senza pubblico, noi artisti viviamo per il loro giudizio. Finire uno spettacolo senza sentire l'applauso del pubblico sarebbe come scrivere un libro senza mai pubblicarlo: il pubblico riempe la tua anima".

Victoria cosa provi e a cosa pensi quando si apre il sipario?

"È un momento di magia, è un'emozione indescrivibile. È come essere mamma: capisci ciò che si prova solo quando vivi quest'esperienza in prima persona".

 In base a questo, quanto è importante la riapertura dei teatri, con le dovute precauzioni, anche negli altri paesi?

Victoria: "È importante per noi che lavoriamo nel mondo dello spettacolo poterci esibire ma è ancora più importante per il pubblico poter assistere agli spettacoli per rompere la monotonia del qutidiano e allo stesso tempo arricchirsi culturalmente".

Simone: "Attraverso le emozioni si dimenticano i problemi e ciò che c'è al di fuori del teatro. Le persone hanno bisogno di arte per dimenticare i problemi di tutti i giorni. Molte compagnie purtroppo sono state costrette a chiudere. È possibile prendere le dovute precauzioni nei riguardi del pubblico ma nel corpo di ballo è più complicato mantenere le distanze. Si balla sempre a contatto con gli altri. L'unica soluzione sarebbe quella di sottoporsi ad un maggior numero di tamponi per limitare i danni in caso di contagi".

Gli altri paesi secondo te danno la giusta attenzione al mondo della danza?

Simone: "In alcuni paesi i ballerini sono molto rispettati, in altri meno. Ad esempio una volta in Siberia un uomo  mi ha fatto l'inchino quando gli ho detto di essere un ballerino. Stravedono per  ballerini. Addirittura in Germania in ogni paesino c'è una Compagnia di danza, invece in Italia durante i momenti di crisi, i primi tagli vengono fatti nel nostro settore".

Victoria: "In Russia tutti i bambini crescono frequentando i teatri. Ascoltano musica classica e prendono parte agli spettacoli di Čajkovskij. Lì il teatro ha una funzione soprattutto educativa, è fondamentale per la crescita dell'individuo".

Se non fossi diventato un ballerino, quale strada avresti intrapreso?

Simone: "Probabilmente oggi sarei un carabiniere, come gran parte della mia famiglia. Ricordo che quando presi il mio primo contratto di lavoro mio padre lo mise sul tavolo di fianco alla domanda di iscrizione al concorso nell'Arma dei Carabinieri. Ovviamente scelsi il mio contratto e grazie a quella scelta oggi sono arrivato fin qui".

Victoria: "Forse avrei continuato i miei studi per intraprendere la strada del giornalismo, mi è sempre piaciuto scrivere, anche poesie".

Qual è il vostro consiglio per tutti quelli che vogliono diventare ballerini professionisti come voi?

Simone: "Con la mia esperienza posso affermare che la danza è per tutti ma è necessario dare anima e corpo. Bisogna avere una buona predisposizione fisica, ma non è tutto! E' fondamentale credere in ciò che si fa fino in fondo per raggiungere i propri obiettivi e magari anche un po' di fortuna".

Victoria: "Condivido il pensiero di Simone e aggiungo che il ballerino è una persona unica. Non abbiate paura di intraprendere questa strada perchè un vero ballerino può fare qualsiasi cosa. La nostra determinazione ci porta a non posticipare mai il lavoro, siamo sempre pronti a tutto!".

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