Attualità
DDL Zan, il discorso di Fedez e lo scontro con la Rai
Ricostruiamo punto per punto la vicenda
Alessandra Mazzi | 10 maggio 2021

Il primo maggio, in occasione del Concertone a Roma, il rapper milanese Fedez si è reso protagonista di un fatto che ha suscitato grande scalpore. Tra un’esibizione e l’altra, è intervenuto con un ardito discorso a favore del ddl Zan, tema che il cantante negli ultimi tempi ha difeso più volte sulla sua piattaforma Instagram, organizzando peraltro una diretta con lo stesso deputato Alessandro Zan, primo firmatario del decreto.

Ddl Zan

Il decreto è definito “Clausola salva idee” e prevede un’estensione dell’articolo 604 bis del Codice Penale che punisce l’incitamento alla discriminazione per razza, etnia, nazionalità e religione, inserendo tra i reati perseguibili anche le discriminazioni per disabilità, sesso, orientamento sessuale e identità di genere. Il 4 novembre 2020 la Camera ha approvato in prima lettura il ddl Zan, passato poi alla commissione di giustizia del Senato. Qui è stato congelato per alcuni mesi a causa delle resistenze della Lega. Il partito, difatti,  reputa non essere necessaria una legge in merito alla questione, sottolineando l’esistenza in Italia della legge Mancino, sanzionante i reati e le discriminazioni per nazionalità, etnia e religione. La Mancino tuttavia non include, nella sua salvaguardia dei diritti civili, una specifica tutela della comunità lgbtq+.

Il discorso di Fedez

Per tale motivo, Fedez si scaglia apertamente contro la Lega, riportando alcune delle tante frasi di stampo omotransfobico, comportamento che proprio il ddl si ripropone di denunciare, espresse dagli esponenti dello schieramento. Tra queste: ‘Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno’, Giovanni De Paoli consigliere regionale lega Liguria; ‘I gay? Che inizino a comportarsi come tutte le persone normali’, Alessandro Rinaldi consigliere per la Lega Reggio Emilia; ‘Gay vittime di aberrazioni della natura’, Luca Lepore e Massimiliano Bastoni consiglieri comunali leghisti; ‘I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie’, Alberto Zelger consigliere comunale della Lega Nord a Verona; ‘Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza’, Stella Khorosheva candidata leghista; ’Fanno iniezioni ai bambini per farli diventare gay’, candidata della Lega Giuliana Livigni. In modo particolare Fedez si rivolge al senatore Andrea Ostellari, parlamentare della Lega e presidente della commissione di giustizia, che più di tutti si è dichiarato oppositore della calendarizzazione del decreto. Il rapper lo definisce “l’uomo del momento”. Ostellari si era già scontrato su Instagram con Fedez, alle provocazioni del quale risponde dicendo che, nell’attuale momento di pandemia, il Paese ha ben altre priorità. Il cantante, il primo maggio, non perde l’occasione per replicare alla dichiarazione, elencando dunque certe questioni di cui il Senato si è ultimamente occupato: l’etichettatura del vino, riorganizzazione del Coni, l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano, il reintegro del vitalizio di Formigoni. Su quest’ultima dubbia ‘urgenza’ si sofferma con disapprovazione. Prosegue quindi nel discorso sui diritti umani, chiamando in causa il presidente dell’associazione Pro-vita, il cattolico antiabortista Jacopo Coghe che collabora con il senatore della Lega Simone Pillon. Fa allora presente la controversia, secondo la quale il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo. “Cari antiabortisti, caro Pillon purtroppo avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori, e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa. Che brutta storia”, conclude il cantante con ironia, dando il via alla performance del suo brano “Bella storia”.

Retroscena e scontro con la Rai

Le parole sferzanti di Fedez sono state, prima ancora di essere pronunciate, oggetto di contestazione anche da parte della Rai, in quanto il concerto era in programmazione sul canale di Rai 3. Il rapper ha scambiato telefonate con alcuni dipendenti del gruppo televisivo, che richiedevano una modifica del discorso, affinché si eliminassero soprattutto i nomi, essendo a loro parere fuori contesto durante un evento musicale. Il tentativo di censura è stato accusato da Fedez, dissenziente, nel discorso stesso. Il cantante infatti si riconosce artista e in quanto tale portato a esprimere la propria opinione al pubblico. Poco dopo l’intervento, la Rai di viale Mazzini si unisce alla polemica generata, postando una nota di smentita. Parte di essa: "E’ fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta. Né la Rai né la direzione di Rai3 hanno mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista del concerto”. Fedez allora, sostenendo che non avrebbe voluto, si sente obbligato a condividere pubblicamente le telefonate che si era curato di registrare in vista di una simile circostanza. Fra le voci presenti nel video risalta quella della vicedirettrice Ilaria Capitani, che insiste nel qualificare inopportuno il discorso preparato. Tuttavia, non essendo effettivamente applicabile alcuna censura, non si è potuto negare all’influenzer di esporsi. Se la vicenda ha attirato riprovazione e derisione principalmente da parte degli schieramenti accusati, ha anche riscontrato nel popolo dei social altrettanto, se non maggiore, sostegno.

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