Attualità
Didattica digitale
Studiare è sempre più smart
Dall’e-learning al touch learning, l’evoluzione della didattica procede a grandi passi grazie alle nuove tecnologie: lo dimostra un progetto che ha coinvolto 2500 ragazzi nell’utilizzo dell’iPad in classe
Redazione | 27 maggio 2014
utti a scuola di iPadagogia. Non è un errore di stampa, ed avete letto bene: questo strano neologismo è pane quotidiano per venti poli di formazione Cnos-Fap italiani che da poco più di due anni hanno rivoluzionato il modo di fare scuola.
Ma procediamo con ordine: il termine padagogia nasce in Australia nel 2010 dalla fusione tra iPad e “agogia”, termine musicale che indica la direzione di un andamento, per descrivere il ritmo e le modalità del cambiamento. Come sta cambiando la scuola? E la didattica? Per rispondere a questi interrogativi si può guardare all’esperienza di quasi 3000 studenti che utilizzano regolarmente iPad e smartphone come strumento di studio. Il progetto, partito in Italia dalla collaborazione fra i centri Cnos-Fap e Apple, ha un modello di riferimento in Danimarca: l’Ørestad Gymnasium di Copenaghen, infatti, è un istituto pensato “per studenti nomadi e non più sedentari”. A presentare questa innovativa forma di didattica in Italia è stato il suo preside Allan Kjær Andersen nel corso del convegno “iPadagogia” che si è svolto a Verona lo scorso aprile.
«Ai nostri insegnanti raccomando di parlare di meno - racconta Andersen - di lasciare la possibilità agli studenti di essere attivi, cioè esser produttori di conoscenza e non solo consumatori. Bisogna dare ai ragazzi l’opportunità di prepararsi alle sfide e di risolvere i problemi, piuttosto che ripetere quello che c’è scritto su un testo scolastico: la tecnologia deve servire a rendere i giovani produttivi e creativi. I docenti dovrebbero mettere in atto, lavorando in team con altri insegnanti non solo del proprio Paese, un processo di produzione di materiali didattici nuovi, più adatti ad oggi e all’apprendimento finalizzato a questo contesto».
Ed è proprio quello che i centri Cnos-Fap ed Apple stanno sperimentando in Italia: riscrivere le regole della didattica. Quindi largo alle scuole senza banchi, più spazi comuni, più lezioni a casa e sperimentazioni in classe. Una rivoluzione che piace tanto ai ragazzi e che li rende davvero protagonisti attivi del processo di apprendimento. Una didattica, dunque, molto più orientata a rendere dinamici, al problem solving, meno mnemonica e più attiva.
Qual è quindi il ruolo degli studenti in una scuola a misura di tablet e smartphone? Ci spiega Andersen: «Sentitevi responsabili del vostro processo di apprendimento, siate attivi. La tecnologia è un’integrazione nell’insegnamento, non l’insegnamento stesso: tocca a voi aiutare gli insegnanti ad usare meglio l’Ict. Dovete imparare quando usare e quando non usare le risorse digitali ed essere meno multitasking a scuola o quando fate i compiti. Infine, ma non meno importante, guardate alla scuola come un investimento per il vostro futuro e datele la priorità in questa fase della vostra vita».
Nei quasi tre anni di sperimentazione ogni studente ha ricevuto un iPad, versando un canone mensile di 15-20 euro (alla fine del corso di studio viene riscattato). I centri Cnos offrono corsi di formazione professionale, nei quali la lezione frontale risulta spesso poco efficace. L’utilizzo dell’iPad ha rivoluzionato il modo di fare lezione, permettendo ai ragazzi di utilizzare la loro “intelligenza nelle mani”. E a cambiare è stata anche la stessa organizzazione scolastica: tra le regole, spegnere il wi-fi all’intervallo. Se lo smartphone è uno strumento di studio, allora la pausa diventa un’opportunità per stare insieme, fuori dal virtuale.
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