Cinema e Teatro
Trainspotting, chi ha bisogno di ragioni?
Il film racconta le vicende di quattro giovani allo sbando che incarnano i valori dell'Inghilterra negli anni '90; anarchia e droga sono alla base di questo film leggendario, divenuto un cult generazionale, deciso a criticare l'immagine di un mondo materialista
Bianca Verolini | 23 marzo 2020

“Io ho scelto di non scegliere la vita: ho scelto qualcos’altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina?”. Queste parole sono tratte dal celebre film di Danny Boyle, Trainspotting uscito nelle sale a febbraio del 1996 ma quanto mai interessante e attuale; intorno a quegli anni in Inghilterra si sviluppò il cosiddetto fenomeno della cool britannia, alle basi del rinascimento culturale del Regno Unito: dopo anni difficili nelle mani di un governo conservatore, il Paese riacquistò l'orgoglio della cultura popolare anni ‘60 e vide la nascita di nuove icone. Trainspotting racchiude in sé tutto questo: il desiderio di rinascita e di fama ma allo stesso tempo diventa specchio di una generazione sciupata e allo sbando, dedita all’abuso di droghe, il cui obiettivo non è la protesta politica, né un bisogno di anarchia o di trasgressione; il ragionamento è  molto più basico: “Chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina?”.

Trainspotting è la trasposizione immortale sul grande schermo di uno stato sociale, uno stile di vita tipico degli anni ‘90. Il film, divenuto oramai un classico, racconta in maniera feroce le vicende ai limiti della legalità di quattro giovani nella periferia di Edimburgo, ognuno di essi ha una propria dipendenza: si va dall'eroina di Spud, Sick Boy e Renton all'alcolismo e alla violenza di Begbie. La storia di vite allo sbando, l'irrefrenabile desiderio di colmare il proprio vuoto esistenziale con la droga, il tentativo di disintossicarsi, la consapevolezza di chi sta ricadendo di nuovo nella dipendenza e di essere risucchiato in un vortice infinito; le serate folli in discoteca tra risse e ragazze, e poi un bagno di realtà per reimmergersi in una vita ordinaria, ma senza direzione. Un film cinico e irriverente “uscito nel posto giusto al momento giusto”, un vero e proprio ritratto generazionale che raffigura in maniera fittizia una vita lugubre e sporca.

Un film con una colonna sonora d'eccezionale efficacia in grado di raccontare una vita nichilista esaltandone l'audacia e gli aspetti più crudi. La struggente musica rock dell'underground e le più grandi novità di metà anni ‘90, un mix di canzoni che salì in vetta alle classifiche di una generazione. Da Lust for life di Iggy Pop, che canta di un amore tossico e Perfect day di Lou Reed, si arriva ai grandi artisti del britpop, tra cui Blur e Pulp. Probabilmente Different Class (1995) dei Pulp ha avuto una grande influenza sulla realizzazione del film.  Quest'album ha dimostrato che c'era un mondo al di là delle gioiose cronache della vita britannica.

Le diverse sfumature della sceneggiatura si riflettono nella musica, che sintetizza perfettamente lo spirito del tempo. Era una miscela di follia, malinconia, tristezza e apatia caratteristica del mondo che circondava i giovani, la classe dei reietti, coloro che sentivano addosso il vuoto della loro esistenza. 

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