Cinema e Teatro
Dal libro al film
Che colore ha il dolore?
Filippo Scicchitano racconta com?è stato diventare Leo, il protagonista di ?Bianca come il latte, rossa come il sangue?, film tratto dal successo letterario di Alessandro D?Avenia
Chiara Colasanti | 15 aprile 2013
Dopo Scialla la tua vita è decisamente cambiata: come hai affrontato l?arrivo della fama?
Ho mantenuto sempre i piedi per terra, anche se è complicato credere sia possibile e viverlo in prima persona non è facile, devo ammetterlo! Sono sempre rimasto il ragazzo che ero, nonostante poi mi sia dovuto fronteggiare con questa nuova realtà che è il mondo del cinema.

Per interpretare Leo, un personaggio per niente facile, come ti sei preparato? Avevi letto il libro?
No, ti confesso che il libro non lo avevo letto, l?ho fatto dopo essere stato preso, ovvio. A quel punto era fondamentale leggere il romanzo, che tra l?altro ha avuto un seguito clamoroso, per poter rimanere fedele al personaggio e prendere spunto anche per quel che riguarda quei dettagli che solo lì avrei potuto trovare. Ho cercato di soddisfare le aspettative di tutti i lettori che guarderanno il film: anche se non ci si può aspettare certo che la trasposizione cinematografica sia identica, con il regista abbiamo lavorato molto perché fosse il più fedele possibile.

Come ti aspetti che reagiranno i fan della storia ?impressa su carta? una volta che vedranno la storia ?impressa su pellicola??
Spero che piaccia: spero che ritrovino, sperimentino di nuovo e paragonino l?emozione che hanno provato leggendo il libro. Quando leggi un libro puoi immaginare la scena, la vivi molto di più a livello emotivo, hai miriadi di opzioni tra cui scegliere. Nel film quella scena è vissuta univocamente: è stata impostata in maniera ?definitiva?. Come la vedi tu, la vedono altri cento; se arriva, arriva; se non arriva, non arriva!

Il rapporto sul set con gli altri interpreti com?è stato? Qualche aneddoto divertente?
Mi ricordo quando abbiamo fatto un incontro di boxe con Luca Argentero: gli ho dato un pugno per sbaglio, che però era molto reale! Il rapporto con gli altri è stato molto naturale, persone molto capaci e tranquille, bravi attori. Mi sono trovato in sintonia con tutti e abbiamo lavorato bene.

Il legame di Leo con la musica nel libro è molto forte; il tuo genere preferito qual è?
Sono un po? all?antica: ascolto Battiato, Battisti, cantautori italiani più appartenenti ai canoni musicali del passato, Vasco Rossi... Ascolto un po? tutto, selezionando, ovviamente!

Se dovessi cercare di convincere qualcuno ad andare a vedere Bianca come il latte, rossa come il sangue cosa gli diresti e su cosa punteresti?
Io dico sempre che non sono un grande esperto di comunicazione o marketing, anzi, sono il peggiore. Meglio se non parlo! Parla già il libro: avendo avuto un così grande successo è ovvio che poi la gente, per curiosità, venga spinta ad andare a vedere il film, per giudicare quanto sia riuscita la trasposizione cinematografica, no? Direi di andarlo a vedere perché è la storia di un adolescente che si trova a dover sopportare il peso di mille difficoltà tutte insieme: anche quando dona il midollo, per esempio, compie una serie di azioni che poco si addicono alla sua età. Invecchia, cresce in pochissimi giorni, come viene detto nel libro in una delle pagine che ho amato di più.

Conciliare studio e lavoro non deve essere facile: come ti sei barcamenato?
Per quello che riguarda la scuola avevo già finito quando sono cominciate le riprese, ma relativamente alla mia carriera di attore c?è da dire che ho iniziato per puro caso; adesso ho cominciato a studiare per migliorare a livello professionale.

Sogni nel cassetto e progetti per il futuro prossimo?
Il sogno è quello di migliorarmi, riuscire ad avere delle ambizioni ben precise; evitare magari di avere delle aspettative perché credo sia sempre meglio non farsene.

Un messaggio che vorresti far arrivare ai ragazzi che sognano di fare gli attori?
Io sono l?esempio lampante che ce la si può fare: nemmeno volevo farlo questo mestiere, poi mi ci sono ritrovato e ora ci credo parecchio! Quindi il mio consiglio è quello di crederci, crederci sempre tanto: tutto è possibile!

I tuoi punti di riferimento a livello professionale o esempi di vita?
Mah, non mi fermo mai a pormi questa domanda? Come tutti ne ho, ovvio, ma sono talmente tanti gli esempi positivi da cui trarre ispirazione, che sarebbe lungo elencarli tutti.
Commenti