Cinema e Teatro
IL POETA DELL’INFINITO RIVIVE IN UN FILM
E 'l naufragar m'è dolce...
In uscita nelle sale il 16 ottobre il nuovo film di Mario Martone, “Il giovane favoloso”, che racconta la vita di Leopardi senza alcun compiacimento aneddotico: solo la “storia di un anima”
Redazione | 22 ottobre 2014
“Sempre caro mi fu quest’ermo colle”. Probabilmente leggendo questo attacco molti di voi avranno alzato gli occhi al cielo, sbuffando e pensando all’ennesima lezione di letteratura italiana.
L’infinito di Leopardi è forse una delle poesie più studiate a scuola, che tutti noi sappiamo più o meno a memoria. E chi di noi non si è mai chiesto che faccia avesse “Silvia”? Tranquilli, non sto per farvi una lezione accelerata sul Romanticismo in Italia. Ma dal 16 ottobre avrete un’occasione unica per capire chi c’è
dietro a quei componimenti senza età. Per vedere che anche Leopardi è stato un adolescente, prima che un poeta famoso. Per attribuire finalmente un’anima a quei versi stampati sui libri di italiano. Come? Con un film: esce infatti nelle sale Il giovane favoloso per la regia di Mario Martone, che racconta la storia del poeta recanatese. «Abbiamo scritto la sceneggiatura del film attingendo agli scritti di Leopardi e all’insieme del suo epistolario - racconta il regista - lo scrigno attraverso cui è possibile seguire la sua breve vita dalla
Recanati della biblioteca paterna fino alla Napoli del colera e del Vesuvio». Nessun intento aneddotico, però, solo il racconto della vita di un ragazzo. «Affrontare la vita di Leopardi significa svelare un uomo libero di pensiero, ironico e socialmente spregiudicato, un ribelle, per questa ragione spesso emarginato dalla società ottocentesca nelle sue varie forme, un poeta che va sottratto una volta e per tutte alla visione retorica che lo dipinge afflitto e triste perché malato». Nel film troviamo quindi Giacomo alle prese con il padre Monaldo, un padre ingombrante che ama molto il proprio figlio, ma che al tempo stesso lo opprime. Giacomo è un ragazzo scomodo a sé stesso, fragile, come spesso sono fragili gli adolescenti. Chiuso nella grande biblioteca di famiglia, cerca il suo altrove fuori e dentro le pagine dei libri. Progetta la fuga, ma viene scoperto dal padre. Con un’ellissi temporale ritroviamo Leopardi dieci anni dopo, che convive da bohèmien con l’amico Antonio Ranieri e si innamora della dama fiorentina Fanny. Il resto è storia.
Sullo sfondo, i salotti intellettuali tanto invisi al poeta, la Napoli delle case popolari e delle prostitute, la Roma papalina, il colera e il Vesuvio.
A vestire i panni del protagonista Elio Germano, affiancato da Massimo Popolizio, che interpreta il padre Monaldo. A completare il cast Michele Riondino, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Paolo Graziosi, Iaia Forte,
Sandro Lombardi, Isabella Ragonese.
Dopo Noi credevamo, Martone torna a raccontare un pezzo di storia d’Italia, concentrandosi questa volta sulla vita di un personaggio immortale, liberandolo però da tutti i pregiudizi che la sua poesia e anni di critica
letteraria hanno involontariamente sedimentato.
«Questa volta non si tratta di un film storico. Il giovane favoloso vuole essere la storia di un’anima, che ho provato a raccontare, con tutta libertà, con gli strumenti del cinema».
Quando uscirete dal cinema e tornate a casa, riaprite il libro di italiano, e rileggete la poesia che più vi piace di Leopardi. Vi accorgerete di quanto di lui c’è in quei versi. Come dice Martone: «Solo la radicale esperienza di se stessi consente la partita con la verità».
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