Interviste
A tu per tu con Smezzo (INTEGRALE)
Intervista al giovane artista bolognese
Martina Spangher | 2 ottobre 2023

Sei autodidatta o hai fatto dei corsi?

Scrivo da ormai sei anni da autodidatta… stessa cosa vale per il canto. L’unico corso che ho seguito è quello di batteria con il batterista degli Skiantos ed ormai la suono da sette anni.

Quali sono i tuoi primi ricordi da rapper?

I primi ricordi da rapper sono sicuramente legati a quando facevo freestyle con i miei amici in centro in piena serata a notte fonda o anche a quando andavo allo spazio Graf a San Donato diretto da Kyodo. Un altro vecchio ricordo importante è la prima riunione che ho fatto con il collettivo Zoorap.

Hai sempre pensato di fare tutto da solo?

Ho sempre pensato di fare tutto da solo, in realtà io all’inizio non sapevo neanche come funzionasse. In passato ho avuto altre ambizioni e altre passioni e solo “strada facendo” mi sono reso conto effettivamente che mi piaceva fare rap ed era una valvola di sfogo. Quando sono andato a registrare il primo pezzo effettivamente mi sono reso conto che, a parte il lavoro di produzione fatto dal beatmaker, dietro la traccia c’è un’infinità di lavoro, mi sono reso conto di quanto impegno richieda e, soprattutto, quanta dedizione ci voglia affinché una traccia esca bene sotto tutti gli aspetti.

C’è qualcuno a cui ti ispiri?

Più che ispirarmi a qualcuno, mi ispiro alla musica che producono, soprattutto gli artisti stranieri, del panorama londinese, come possono essere Ocean Wisdom, Loyle Carner, Mick Jenkins, e tantissimi altri artisti che mi hanno aiutato molto. Diciamo che la prima forte ispirazione che ho avuto musicalmente in generale, al di fuori del rap, sono stati i Gorillaz che ho ascoltato fin da piccolo. Essendo la mia band preferita li ho ascoltati davvero molto e sicuramente con la loro polivalenza, con la loro musicalità, mi hanno ispirato per cercare di approcciarmi alla musica in un certo modo.

Da dove nasce il nome “Smezzo”?

Il nome “Smezzo” è nato dai dei miei amici che un giorno, dato che, quando eravamo in serata ero sempre solito smezzare tutto, alla fine hanno detto “ma perché non ti chiami Smezzo?”… è stato il nome a scegliere me più che io a scegliere il nome.

Qual è il tuo processo di scrittura?

Il mio processo di scrittura lo sto sempre rinnovando andando avanti con il tempo perché non si smette mai di imparare! Quello che attualmente sto adottando è un processo molto basato sulla musicalità: do certamente molta priorità al testo e ai concetti, ma soprattutto alle parole che vengono usate, vedendole come tasti sulla tastiera dove ogni parola ha una nota precisa e sta bene con un'altra parola che ha una
nota precisa. Diciamo che il mio lavoro più impegnativo è analizzare passo passo ogni parola che viene utilizzata per sentire come suona musicalmente dentro il verso.

Hai avuto un passato da ballerino di hip hop, come pensi abbia influenzato il tuo percorso artistico?

Ho ballato hip hop per otto anni, soprattutto specializzandomi in popping e locking, provando anche tutti gli altri stili, però inizialmente prima ancora di rappare o di suonare la batteria, ballavo. Ho fatto anche diverse gare, poi ho smesso perché è arrivata come passione la batteria e poco dopo veramente a gamba tesa anche l’hip hop e il rap. Appassionandomi a queste due cose ho lasciato man mano la danza. che comunque mi porto sempre dietro, e per quel che posso mi alleno da solo, però chiaramente non è una cosa che pratico più a livello agonistico. Sicuramente ha influenzato il mio percorso artistico per quanto riguarda stare sul palco, il movimento in generale, il senso del tempo e anche l’amore che mi è nato per la musica hip hop: ho iniziato ad amarla proprio ballandola e rubando playlist ai miei insegnanti di hip hop.

Quale è stato il tuo primo singolo pubblicato? Com’è nato?

Il primo singolo pubblicato è stato “Asfalto”, alla fine del 2018, a ridosso del 2019. Quello è effettivamente il primo pezzo che io abbia registrato in studio, si sente che rispetto ad adesso c’è molta più “sporcizia”: è una traccia molto più grezza! La base è bellissima: l’ha fatta Pietro Berchiatti, prendendo un sample da un film (molto bello!) Mo' Better Blues. Parla di una metafora di un uomo che si butta da un palazzo e, a mezz’aria, si rende conto che effettivamente la scelta che ha preso non è una scelta reversibile, ormai è nel viaggio e può solo accogliere l’asfalto. Di fatto il pezzo parla di accogliere le scelte che prendi e di prenderti la responsabilità delle scelte che fai. Il pezzo è nato da una notte insonne, durante la quale ho scritto questo pezzo come una sorta di sfogo rispetto a quello che sentivo dentro e delle emozioni che provavo al momento.

Quali sono gli artisti bolognesi che consigli?

Ce ne sono tantissimi! In primis consiglio tutti i membri della mia crew Zoorap, che sono tutti ragazzi supervalidi, non sto ad elencarveli tutti e sette ma sono tutti molto forti! Poi ci sono i Grimespitterz, che si fanno portavoce di un suono molto fresco: sono molto bravi in quello che fanno e li stimo molto per la musica che producono. Sono un grande fan di Nickh e Gramo che sono due rookies nascenti ma che hanno già mostrato tanto talento e sicuramente tanta fotta: sono molto contento di poter collaborare con loro per qualcosa che uscirà in futuro! Un'altra menzione valida va a Sicksirio che, come me, sta cercando di alzare i gomiti e farsi strada in questa scena molto affollata! Me ne sto dimenticando sicuramente qualcuno ma…continuo a dirvi i nomi che mi vengono in mente mano a mano che ci penso! Ci sono i Boiled Brains che sono una bella realtà; Kyodo, che se non lo conosci non puoi dire di aver ascoltato rap bolognese e lo ringrazio tantissimo, con la menzione d’onore, perché è il primo artista che ha creduto in me; ci siamo capiti subito ed è stato veramente bravo ad accogliermi e a farmi sentire a casa e a mio agio e, in un certo qual modo, a lasciarmi la via spianata per esprimermi al meglio e avere un po’ di fiducia in me stesso. Ci tengo a ringraziare tantissimo anche Zoorap, che mi ha insegnato tantissimo e che mi ha aiutato a migliorarmi sia a livello artistico che come persona.

Secondo te Bologna è una città che offre possibilità a chi fa rap?

Sicuramente Bologna offre più possibilità di altre città: stiamo parlando di una città artistica e dato che adesso c’è la possibilità di andare in piazza e ritrovarsi e beccare gli amici in freestyle, da quello che è appena uscito da lavoro, al ragazzo che ha appena fatto serata, a chi si trova lì proprio per quel motivo… becchi tante persone e crei tante connessioni nuove. Penso che non esista cosa più hip hop di questa e infatti Bologna sotto questo aspetto è veramente fortissima e sono molto grato di essere cresciuto in questa città, anche per quello che riguarda il rap perché è una città magica che offre tanta ispirazione.

Ci parli del tuo mixtape “Smezzo Mix”?

Ho deciso di fare questo mixtape, “Smezzo Mix”, come una sorta di entrée gratis in un ristorante, è il mio biglietto da visita, e lo puoi avere gratis su YouTube, Telegram e Soundcloud. È un progetto che ha il concept della bevanda tedesca Mezzo Mix, che è metà Coca Cola e metà Fanta: il concetto dietro è lo stesso! Metà delle canzoni sanno più di Coca Cola e le altre cinque sanno più di Fanta, quindi cinque sono più dolci, più pop, mentre le altre cinque sono più acidule, nonostante abbiano comunque un po’ di dolcezza rimangono acidule come la Fanta. Le ho scritte tutte con il cuore per questo penso siano un ottimo biglietto da visita, sono grosse esternazioni di momenti che ho passato nel processo di crescita a livello artistico e personale parallelamente, ogni canzone ha un grosso significato per me e rappresenta una fase e sicuramente vi consiglio di ascoltarlo in ordine perché è l’ordine della tracklist ha un senso preciso. Noterete anche che nella copertina c’è un QR code, cosa che non ho mai detto a nessuno, in realtà in quel QR code c’è uno scan con cui puoi vedere il titolo di un progetto futuro, che non è detto che sarà proprio il prossimo, però c’è un progetto che è allineato con lo Smezzo Mix. Devo riconoscere poi che la copertina è stata una genialata e non posso che ringraziare il mio migliore amico (che ormai conosco da diciotto anni), Luca Weste: potete trovarlo anche su Instagram come @luca_weste_disaniner e mi ha aiutato tantissimo: l’idea di mettere una ‘S’ davanti a “mezzo mix” è sua!

Qual è la tua canzone a cui sei più legato?

È difficile dire a quale canzone sono più legato perché sono legato a tutte e, con ognuna a modo suo, ho un legame diverso. Non c’è un “più” o un “meno” però, se proprio devo trovare una risposta, tra i pezzi pubblicati quella a cui sono più legato sarebbe ”Dal ponente al libeccio”. Si tratta di uno dei miei pezzi più particolari e parla di un amore che inizia come un amore dolce, che però poi si evolve in un distacco, in una freddezza, e subito dopo in un tradimento. Per questo si fa questa allusione ai venti e parla di questo passaggio da un vento caldo (il ponente) a un vento freddo e burrascoso (il libeccio) e, secondo me, vale la pena ascoltarla nonostante sia una delle canzoni più lunghe. Anche se ora come ora potrei dire che la canzone a cui sono legato perché rispecchia il mio mood è il pezzonuovo in collaborazione con un giovane emergente molto bravo che uscirà nelle prossime settimane.

Cos’è Zoorap? Che ruolo hai al suo interno?

Zoorap è un collettivo che esiste ormai da molto tempo ma che abbiamo rivitalizzato nel 2019: si tratta di una realtà molto hip hop che, oltre a fare musica si occupa di organizzare eventi e fare in modo di portare situazioni hip hop a Bologna. L’idea è quella di poter dare sempre più possibilità agli artisti emergenti e quelli che vivono a Bologna di poter esprimere la propria arte in contesti comuni come possa essere una battle di freestyle, un concerto, una jam session o qualunque altra situazione di questo tipo. Ognuno al suo interno fa tutto in base alle proprie capacità, siamo tutti dei “tuttofare” nonostante ci sia chi è più predisposto e fa sicuramente una cosa piuttosto che un’altra.

Che consigli daresti a chi sta iniziando da zero?

A un artista che sta cominciando da zero consiglierei di non smettere mai di crederci e sicuramente la prima regola per crescere (tanto nel rap come in qualsiasi altro tipo di passione che hai) è quella di avere perseveranza e di non arrendersi mai davanti agli ostacoli. A livello personale consiglio di ispirarsi a cose che non sono ancora state tracciate nella scena italiana. Lo so, non è certo un’impresa facile, ma portare qualcosa di originale sul panorama non è impossibile! Quello che possiamo fare come artisti è fare del nostro meglio per poter portare qualcosa di nuovo o qualcosa che renda onore alla musica, che non sia solo una copia o “fare un compitino” per seguire un “metodo” per diventare famosi, il che ci può stare perché molti rapper desiderano diventare famosi ma non lo vedono come il fine ma deve essere al massimo un traguardo. Il rap come la filosofia serve a se stesso: può servire a noi per sfogarci, per aiutarci e dobbiamo usarlo per fare musica, hip hop ,connessioni e non per fare soldi; ci sta voler puntare a fare il miglior prodotto e a fare dei soldi con la musica ma non deve essere quello il primo e unico obiettivo.

link:
https://spotify.link/cH4YWM6O3Cb
https://youtube.com/@smezzoofficial5290?si=n2QTJhZ8A9Goa_5r
https://instagram.com/s.m.e.z.z.o?igshid=MzMyNGUyNmU2YQ==

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