Interviste
Jolly Roger a GenerAction: intervista a Marta Bonafoni
La coordinatrice della segreteria del PD ha risposto alle domande degli speaker su cooperazione sociale e terzo settore
Alessandra Testori | 22 ottobre 2025
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Durante i due giorni dell’evento GenerAction – La cooperazione sociale in azione, gli speaker di Jolly Roger hanno incontrato Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale del Partito Democratico, con delega al terzo settore e all’associazionismo, che ha accettato di rispondere alle loro domande “scomode”.

È vero che spesso il mondo della cooperazione e il terzo settore non hanno voce?

Purtroppo sì, e quando li raccontiamo e ne ascoltiamo il racconto spesso vengono descritti con parole molto limitate rispetto alla loro forza. Troppo spesso sentiamo parlare di associazionismo e terzo settore come coloro che arrivano dove lo Stato non arriva, in supplenza piuttosto che per essere un pezzo del lavoro, che insieme alle istituzioni si fa per combattere le fragilità, la povertà, le disuguaglianze, ma soprattutto per costruire città, quartieri, case più giuste per tutti e tutte. Quindi è estremamente importante lasciare voce, non solo raccontarle in maniera corretta ma dare in mano un microfono e farsi da raccontare da loro chi sono e cosa desiderano che noi facciamo per loro. 

Che cosa significa, per voi istituzioni, “fare comunità” insieme al mondo della cooperazione?

Significa sedere metaforicamente a un tavolo dove nessuno è capotavola condividiamo lo stesso livello. Significa affrontare le questioni, porsi delle domande, ascoltare le risposte —innanzitutto quelle del terzo settore— e provare a portarle nelle cosiddette “stanze dei bottoni”, dove si decide che cosa fare e sopratutto con quali soldi farlo. 

Se dovesti intitolare una “pagina” del Libro Parlante, quale titolo sceglieresti?

Sceglierei il titolo Insieme si sta meglio, perché la cooperazione insegna che unendo le forze ognuno contribuisce con una parte e insieme si può raggiungere un obiettivo comune.

In che modo il Terzo settore potrebbe compiere dei passi in avanti?

Per poter immaginare un terzo settore più forte per gli operatori e i cittadini in generale, oltre che per le persone con fragilità, è necessario cominciare dalla fase di formazione universitaria. Perché spesso le fragilità di cui si occupa, seppur in minima parte, sono anche quelle del mondo del lavoro e della cooperazione, quindi bisogna cercare di rafforzare il sistema dalle sue radici e poi provare ad attuare strumenti come la coprogettazione e la coprogrammazione, che legislativamente già ci sono, per far sì che il terzo settore si sieda al tavolo dei “grandi” e non a quello inferiore, perché altrimenti la cooperazione non funziona. Sarebbe più utile attuare le leggi piuttosto che emanarne di nuove, visto che troppo spesso i fondi che arrivano sono spiccioli se paragonati all’importanza delle infrastrutture. E poi sarebbe auspicabile provare a strutturare dei governi che dai quartieri, ai municipi, alle città, ma anche ai paesi, potessero fornire delle risposte non dall’alto verso il basso ma che provassero a costruirle insieme. Vorremmo essere i facilitatori e non un ostacolo ulteriore.

 

All’interno del Social Fest del Municipio II di Roma, l’iniziativa GenerAction, ideata da Legacoopsociali Lazio, ha riunito giovani cooperatori e cooperatrici, operatori e operatrici sociali, famiglie e cittadini in dibattiti, giochi, laboratori e musica per scoprire e raccontare il senso profondo della cooperazione sociale. 

L’evento ha coinvolto tutti e tutte in un’esperienza di storytelling partecipativo: la creazione del “libro parlante della cooperazione sociale”, uno spazio narrativo e interattivo in cui le voci della cooperazione raccontano in prima persona il proprio impegno e le sfide quotidiane: inclusione, formazione, diritto alla cura, al lavoro e all’abitare. Un viaggio collettivo per riscoprire la presenza discreta ma fondamentale della cooperazione sociale, che – lontano dai riflettori – costruisce benessere e opportunità per tutte le generazioni.

Nel corso delle due giornate si sono alternati dibattiti istituzionali e politici, con la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, del mondo cooperativo e del terzo settore, oltre a proiezioni video e momenti di confronto aperti al pubblico.

L’evento è stato un’occasione per contrastare pregiudizi e disinformazione, restituendo valore, voce e visibilità a chi ogni giorno lavora per una società più inclusiva e solidale.

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