Interviste
Il basket più giovane
Esco dal campo e faccio i compiti
Marta Policastro ha 15 anni ed è una giovane promessa della pallacanestro. Per ora si divide tra lo sport e la scuola. Ma ne sentirete parlare
Laura Santi Amantini | 27 maggio 2013
Marta: quindici anni, nove trascorsi sui campi di pallacanestro.

Come ti sei avvicinata a questo sport?
Sono cresciuta respirando la passione per il basket in famiglia. Due dei miei tre fratelli maggiori giocavano a pallacanestro e mio padre è un grande appassionato: perciò, appena ho avuto la possibilità di praticare uno sport, non ho avuto dubbi. Ho iniziato ad allenarmi a sei anni e non mi sono mai pentita.

Quest?anno sei stata scelta come capitano della squadra femminile della Liguria al Trofeo delle Regioni che si è tenuto a Genova. Che cosa ha rappresentato quest?esperienza per te?
È stato molto bello e formativo per la mia carriera di giocatrice. Il Trofeo offre ai giovani cestisti l?opportunità di confrontarsi con realtà diverse da quelle presenti nella propria regione, di valutare le proprie capacità e di dimostrare il proprio valore. Purtroppo, in Liguria, il livello del basket femminile ? almeno nelle squadre giovanili - non è molto alto; ciononostante ci siamo classificate quinte su sedici, un buon piazzamento. Essere capitano della selezione ligure è stato un onore perché mi sono sentita la rappresentante in campo delle mie compagne.

Concluso il Trofeo, sei tornata alla routine. Quanto ti impegna il basket durante la settimana?
È difficile per te conciliare scuola e sport? Gioco nell? NBA Zena: gli impegni settimanali sono cinque, fra allenamenti e partite. Spesso, quando torno a casa dopo gli allenamenti, devo ancora terminare i compiti. Ho scelto il liceo linguistico, e devo ammettere che, dovendo dividermi fra sport e scuola, il tempo libero non è molto. Per fortuna la mia famiglia mi sostiene sempre.

A chi ti ispiri quando scendi in campo?
Il mio modello è Tim Duncan, perché, malgrado non abbia grande talento, dà sempre il meglio di sé ed è una grande persona oltre che un grande giocatore.

Parliamo della situazione del basket femminile. Sei soddisfatta delle opportunità e della visibilità di cui godete voi atlete oppure pensi che il vostro ruolo sia quello di ?sorelline minori? rispetto ai giocatori delle squadre maschili?
In Italia il basket femminile è meno sviluppato di quello maschile e, di conseguenza, riscuote anche un minore interesse da parte del pubblico: spesso non si conoscono neppure le giocatrici che rappresentano il nostro Paese nelle competizioni internazionali. In Liguria, le squadre femminili che militano in categorie importanti sono solo cinque o sei e, in molti casi, le migliori giocatrici decidono di trasferirsi in altre regioni. Penso però che il basket femminile sia in crescita.

Quali sono le esperienze più belle che hai vissuto grazie al basket?
Ne cito due: la vittoria della mia squadra nel campionato regionale under 15, un anno fa, e la convocazione al ritiro con la Nazionale under 14, che si è svolto lo scorso agosto a Claut, in provincia di Pordenone. È stato emozionante essere scelta per far parte di questo gruppo, anche perché ho potuto allenarmi con alcune delle giocatrici più forti d?Italia a livello under 14.

Sogni per il futuro?
Il mio sogno sarebbe portare la maglia della Nazionale, giocare in serie A o, magari, in WNBA. Naturalmente so quanto sia difficile arrivare a giocare ad alto livello, perciò, se non riuscissi a diventare una cestista di professione, ho in mente altri progetti: diventare insegnante di francese, oppure lavorare in un negozio di articoli sportivi. Ma non ho certo smesso di sognare e di impegnarmi per realizzare i miei obiettivi!
Commenti