Interviste
A tu per tu con Sergio Cofferati
La mia parola per l'Europa? Diritti
A tu per tu con Sergio Cofferati
Carlo Casarico Fabio Canessa Eleonora Priori | 10 maggio 2014
Perché si è candidato?
La mia è una ricandidatura, ho già svolto un mandato. Penso sia utile per chi mi ha votato e per il mio partito che l'esperienza si completi. L'ultima è stata una legislatura difficilissima per la crisi che ha colpito tutti i Paesi europei, è non è ancora finita. Io stesso sono stato coordinatore per i Socialisti Europei nella commissione speciale anticrisi. Metto la mia esperienza al servizio di chi mi ha votato e spero mi rivoti.

Tre cose belle dell'Europa.
Ne dico uno su tutti: il rapporto straordinario che si crea nelle istituzioni tra giovani di lingue e culture diverse. Affrontare progetti in un ambiente multietnico è una situazione anomala che mi piace tantissimo.

Tre cose brutte?
L'UE ha fatto una serie di errori: una politica di rigore e controllo della spesa, che ha fatto aumentare disoccupazione e povertà, uno sbaglio drammatico. L'Europa soffre ancora di un deficit di democrazia. La Commissione, che si occupa delle decisioni più importanti, è designata dal Consiglio, quindi non si può dire pienamente democratica. Terzo, devono cambiare le regole di ingaggio. Il rispetto per la convenzione su cui è nata l'UE dev'essere accompagnato da una costruzione di assetti democratici in ogni forma di rappresentanza, politica e sociale. Il ritardo è vistoso e crea difficoltà rilevanti.

Euro sì o euro no?
L'idea di uscire dall'UE e dall'euro non sta né in cielo né in terra. Si possono fronteggiare Cina, USA, Giappone come piccola Italia? Ovviamente no. Si è più forti insieme ad altri, quindi c'è bisogno di una robusta comunità europea. La lira era continuamente svalutata, soprattutto i più deboli hanno pagato prezzi altissimi. Poi l'euro è stato applicato male. Il centro-destra tolse i centri di controllo che Prodi aveva istituito in tutte le province, la BCE non fa il suo lavoro. Basterebbe cambiare le sue funzioni.

Una fiscalità unitaria è un progetto troppo ambizioso?
No, è un obiettivo che ci dobbiamo dare, è indispensabile per mirare a una crescita. Se ci sono disparità di tassazione si genera una pesante concorrenza tra gli stati. La FIAT è diventata olandese perché là paga meno tasse. Abbiamo perso un presidio importante nella distrazione di molti. Però bisogna cambiare il trattato, alcune funzioni sono ancora degli Stati nazionali, invece devono diventare europee.

Merkel o Berlusconi?
Per nostra fortuna, ormai Berlusconi in Europa conta poco, quindi elimino la Merkel.

Schulz o Junker?
Spero che Schulz presieda la Commissione.

Keller/Bové o Tsipras?
Tsipras è una persona stimabile, ma è accompagnato da persone che sostengono tesi diverse dalle sue...

Renzi o Bersani?
Nessuno dei due, ovviamente. Salto io

Berlusconi o Alfano?
Di nuovo giù Berlusconi

Coppia vip delle europee: Zanicchi o Cecchi Paone?
C'è bisogno di valorizzare il ruolo delle donne, quindi Zanicchi.

Da europarlamentare cosa farebbe per i giovani?
Indirettamente me ne sono occupato nella Commissione che ho presieduto. Il Parlamento dovrebbe dedicarsi in assoluto al tema della Garanzia Giovani, per me è una priorità. Questo programma non dà un posto di lavoro, ma possibilità formative che aiutano a inserirsi. Per i giovani servono grandi investimenti pubblici.

Il suo Hashtag per l'Europa?
Sicuramente #diritti: diritti dei giovani, diritti di tutti i cittadini europei
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