Musica
PunchLine – Alfre D’
Redazione | 12 aprile 2020

Bentornati a PunchLine. Qui a PunchLine vi proporremo un rapper che risponderà a 7 domande a bruciapelo su di lui, il suo nuovo progetto e il suo futuro. PunchLine vuol essere un punto di incontro veloce, ma altrettanto completo, tra rappers e ascoltatori.

Oggi vi presentiamo Alfre D’ rapper romagnolo classe ‘90, fondatore di Colpo di stato poetico, che si autodefinisce agitatore culturale dal 2006 nella terra del valzer.

Non aggiungiamo altro, lasciamo che sia lui a presentarsi!

 

  • Ciao Alfre D’ presentati ai nostri ascoltatori/lettori! 

 

Mi chiamo Alfredo D’Alessandro, ho 29 anni e abito con un gatto in un monolocale a Savignano sul Rubicone. Professione pescivendolo. Dal 2006 mi definisco “agitatore culturale” della terra del valzer e faccio il rap.

 

  • Abbiamo ascoltato da poco il tuo Ep dal titolo “Pulp Ep”. Raccontaci come è nato e cosa ha dato vita alle quattro collaborazioni che troviamo al suo interno (85, Mastafive, KD-ONE e Brain).

 

È nato casualmente, avevo inciso un paio di brani con 85 mentre ero in ferie, e circa un anno fa il brano con Brain, che conosco da parecchio per via del fatto che organizzavo concerti in zona, ma con il quale è nato un rapporto definiamolo di amicizia negli ultimi anni. Prima ci si salutava e si parlava quasi niente. A Riccione, durante un aperitivo, abbiamo deciso che avremo fatto qualcosa assieme. Kd One mi mandò una cartella di beat e tra questi c’era quello di Manifesto – che per me è bellissimo. Come producer è bravissimo e anche come rapper lo apprezzo molto. Con Masta c’è una strana energia umana, nata dal fatto che collaboriamo su diversi fronti. Il brano è nato da una sua idea, mi ha chiesto di mandargli un audio dove parlavo e ho agito d’istinto parlando di quello, e lui mi ha mandato una delle sue più belle produzioni a mio avviso. La settimana stessa dell’uscita, come ci si addice.

 

  • In Manifesto analizzi la situazione di chi il rap lo fa per passione e non per guadagno, “fuori dalla schiavitù tipica di chi fa musica per professione …frustrante perché non si realizzano i sogni, stimolante perché puoi essere libero di dire ciò che vuoi”. In questa dimensione pensi ci sia un equilibrio possibile? Pensi che la libertà di parola sia più importante della realizzazione di un sogno?

 

Stimo chi fa musica per lavoro e non tutti rinunciano alla libertà di dire quel che vogliono, ci tengo a precisarlo, perché sarei ipocrita a non affermarlo. Quei pochi che lo fanno, però, se analizziamo ciò che ci circonda rinunciano a un successo più “importante”. Un equilibrio è possibile, infatti questo mondo è diviso in strati: mainstream, underground… Penso che la libertà di parola, disinibita, precluda la realizzazione di un sogno per come vedo l’ambiente musicale in Italia. Non è una scelta, è una conseguenza.

Morgan con le sue contraddizioni ne è un caso lampante, indiscutibile talento musicale che però fatica a stare dentro a dei meccanismi al di là del “ha torto/ha ragione”.

 

  • La copertina del tuo disco trasmette tanto, nonostante la sua semplicità. Parlaci un po’ di ciò che ti ha spinto a sceglierla e perchè.

 

È semplice anche per com’è nata. Ero a casa e stavo usando Canva, volevo fare la copertina. Non sono un grafico e a disegnare sono sempre stato una chiavica. Avevo sondato grafici che mi piacevano, ma volevano soldi fuori dalla mia portata. Ho visto quella foto e mi sono detto: provo a capovolgerla, in fondo per me l’arte è questo: guardare la realtà, intervenire e capovolgere le cose. Lo spiega meglio Gaber in “Buttare lì qualcosa”. Tutto qui.

 

  • A cosa stai lavorando e cosa dobbiamo aspettarci da Alfre D’? 

 

Me lo chiedo e vi faccio sapere meglio. In 15 anni, la musica l’ho sempre fatta e non penso smetterò facilmente, anche perché ne avrei tantissimi di motivi, ma mi bastano quei pochi per i quali la faccio.

 

  • Quali sono le influenze che hanno segnato il tuo percorso musicale e da cosa ti piace trarre ispirazione?

 

Faccio un nome: Dargen D’Amico su tutti. Nel 2008, ha aperto un varco spazio temporale con “Di vizi di forma virtù”, tracciando a mio avviso una linea importante che mi ha confuso, ma anche spinto a ricercare e stimolato. Fino a lui, i miei ascolti erano quelli di tutti i ragazzi che si avvicinavano al rap della mia generazione, ancora non c’era quasi niente nel web ma c’erano i negozi di dischi. A me piace l’hip hop e tutto quello che ne deriva e subisco il fascino delle controculture più in generale. L’ispirazione non è qualcosa che puoi trarre secondo me. L’ispirazione è qualcosa che già abbiamo tutti dentro, in alcuni sublima in parole, disegni e cose così.

 

  • Dove possiamo seguirti e se vuoi lasciaci un piccolo spoiler!

 

Potete seguirmi su instagram (alfre_cdsp), sul canale youtube “Colpo di stato poetico”, che è il collettivo che ho fondato qualche anno fa, e anche in giro se mi vedete (ahaha).

Ho chiesto a Mauràs aka DJ Koma di musicare il mio prossimo album, ne stiamo parlando e ci vorrei dentro Principe con un rap.

Sicuramente ci sarà 85 tra i collaboratori e vorrei partecipassero anche mio fratello Ame e Polly che hanno fatto sì che non mi sentissi sempre solo a fare questo.

Ma è tutto nella mente ancora. Grazie dello spazio, d’ cuore, come la canzone.

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