Musica
La morte scende leggera
Redazione | 16 dicembre 2019

 

9.12.2019

 

“Per cui alla fine, che cosa c’è dietro questa nuova moda? Niente, ma è divertente”.

– VICE in un articolo del 2016

Si concludeva così un articolo del 2016 di Vice riguardo la progressiva diffusione della codeina nell’ambiente trap italiano. La tesi era quella per cui, un po’ per emulazione della scena americana, un po’ perché recipiente di numerosi riferimenti culturali, il Lean si fosse diffuso nella penisola di pari passo con il genere musicale senza una vera ragione.

https://www.youtube.com/watch?v=L6vsmnNvfAE

Effettivamente, allora ne parlava praticamente solo Sfera Ebbasta e l’immagine che ne dava era piuttosto rosea —anzi, viola. Ma era solo l’inizio: la diffusione di codeina ha ben presto aperto le porte ad altri cugini della morfina, invitando ad unirsi alla macabra festa farmaci come Fentanyl e Percocet. Questi, rispettivamente o combinati, hanno già ucciso tre rapper: Lil Peep, Mac Miller e, solo una settimana fa, Juice WRLD.

https://www.youtube.com/watch?v=SsKT0s5J8ko

Tutti i trapper parlano di queste sostanze nei loro testi, ma è con l’emotrap, genere cui appartenevano loro tre, che si capisce davvero il ruolo che hanno nella vita dei giovani artisti. Quasi ogni traccia è il resoconto di una sofferenza profonda, di un dolore così concreto che soltanto un potente antidolorifico sembra potere lenire; ripulite dalla melodia, dalle rime e dall’estetica, le parole dei testi sono una richiesta d’aiuto verso il mondo, nemmeno tanto velata. Ma ciò che per la maggior parte della gente è una tristezza passeggera, per questi artisti era evidentemente un’agonia costante, da cui tentavano di uscire in ogni modo possibile.

https://www.youtube.com/watch?v=3rkJ3L5Ce80

Se dunque l’emotrap è l’ambito in cui il dolore si esprime, come è lampante, è necessario interrogarsi sulle sue cause. La spiegazione per cui gli emotrapper siano tutti depressi non è convincente, né tantomeno lo è la tesi di Vice per cui sia soltanto una moda —una moda che uccide. È una questione seria, di crisi sociale oltre che individuale, e come tale andrebbe affrontata per far sì che la cronaca di eventi trap non si trasformi in cronaca di morti annunciate.

 

 

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