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Diddy avrebbe offerto 2 milioni a una ex per non testimoniare
Redazione | 30 maggio 2025

Il suo ex bodyguard ha accusato Diddy in un’intervista

Photo Credits: Shamsuddin Muhammad from Fort Hood, TX, USA

Dopo la testimonianza di Cassie e quella di Kid Cudi, ad asfaltare ulteriormente il nome di Diddy ci pensa il suo ex bodyguard, Gene Deal. Secondo Deal, infatti, il magnate avrebbe pagato il silenzio della ex ragazza di Combs (la “vittima n.3”) Gina Huynh a peso d’oro -molto oro.

Secondo Deal, infatti, Diddy avrebbe offerto a Huynh ben 2 milioni per non deporre. In un’intervista rilasciata a The Art Of Dialogue e riportata da AllHipHop, la ex guardia del corpo afferma che Combs non solo le avrebbe versato il denaro, ma le avrebbe anche offerto di acquistarle un appartamento a Los Angeles e di pagarle gli studi. Il tutto per costruire una narrazione di rapporti consensuali, al fine di ostacolare l’azione dei pubblici ministeri.

“Vogliono che la procura porti Gina in aula, così che possa dipingere un quadro dove sembra che tutto fosse consensuale, perché è stata pagata”, ha dichiarato Deal. “Ha preso i 2 milioni da Diddy. Penso che le abbia dato quei soldi, più altre cose”.

Il ruolo di Gina Huynh resta tuttavia oscuro: pur essendo stata citata da entrambe le parti – l’accusa e la difesa – non è mai stato confermato ufficialmente se sia davvero la “vittima n.3”. E mentre la procura sostiene che Huynh sia “molto coinvolta” nel caso, l’avvocato di Diddy, Marc Agnifilo, ha dichiarato che Huynh “è fuori dal caso. Gina non verrà a testimoniare”.

Deal ha inoltre dichiarato che, pur essendo “scomparsa”, Gina Huynh avrebbe parlato con le autorità federali e che ci sarebbe stato uno scambio di e-mail tra lei e il suo avvocato a sostegno delle indagini. Tuttavia, Deal la definisce una “testimone ostile”, lasciando intendere che Huynh non sia disposta a collaborare pienamente con la procura.

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A complicare ulteriormente il quadro, Gene Deal è stato ufficialmente escluso dal processo per essere stato coinvolto in una rissa scoppiata fuori dal tribunale federale di Manhattan, di cui non sono ancora emersi dettagli precisi. Un colpo pesante per la pubblica accusa, che aveva già fatto affidamento sulle dichiarazioni di Deal in varie interviste e contenuti pubblici. Il suo ruolo – controverso e discusso – resta quindi confinato all’esterno dell’aula, alimentando speculazioni e polemiche sui social e tra gli addetti ai lavori.

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