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Baby Touché fuori anche da Padova, il DASPO dopo l’aggressione in piscina
Redazione | 16 giugno 2025

E con questa siamo a cinque città che non vogliono Touché tra i piedi 

Cacciato anche da Padova. Baby Touché ha collezionato la quinta città dove non può più entrare: dopo aver aggredito il gestore della piscina comunale di Monselice lo scorso 4 giugno si è guadagnato un bel DASPO da parte della questura di Padova.

Il gestore della piscina aveva riportato contusioni multiple e Touché è stato denunciato per minacce e lesioni personali. Per lui e i suoi complici è scattata l’interdizione di tre anni per tutta la provincia di Padova: “provvedimento di divieto di accesso alle aree urbane, agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico intrattenimento dell’intera provincia di Padova”, si legge sul sito della questura, “del ‘D.A.Spo fuori contesto’ per 3 anni con divieto di accedere ed assistere a tutte le manifestazioni sportive sul territorio nazionale, nonché della misura di prevenzione personale del Foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel comune di Monselice per la durata di 4 anni”.

Una soluzione sensata, quella di bandirlo dall’intera provincia, considerando che Touché era già stato cacciato per quattro anni dal comune di Padova, Venezia, Vicenza e Ponte San Nicolò. Non solo, ma la causa per lesioni personali si somma ad altri reati contro la persona, la pubblica amministrazione e contro il patrimonio.

Una personalità instabile, la sua, che di certo non riceve giovamento dalle frequentazioni: tra i cinque partecipanti all’aggressione in piscina, infatti, proprio Touché forse è quello che si salva di più. Di età tra i 19 e i 23 anni, sono tutti già noti alle forze dell’ordine per reati minori. Ma uno, il più vecchio (27 anni), sembra anche peggio: furto, ricettazione, danneggiamento, lesioni, minacce, resistenza a Pubblico Ufficiale, evasione, maltrattamenti in famiglia oltre ad una condanna, quest’anno, a 5 anni di carcere per tentato omicidio e favoreggiamento personale.

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“I provvedimenti adottati”, evidenzia il questore Marco Odorisio nel documento, “rispondono alla duplice esigenza di ripristinare, da un lato, la legalità e la fruizione in serenità e sicurezza di tutti quei luoghi pubblici, prevenendo la possibilità che si verifichino situazioni di esposizione a rischio e criticità. Con l’allontanamento si cerca di rendere consapevoli i ragazzi della antisocialità e della gravità delle loro condotte, in un’ottica di responsabilizzazione degli stessi”.

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