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Diddy potrebbe denunciare Netflix per diffamazione -e chiedere 1 miliardo di danni
Redazione | 11 dicembre 2025
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Diddy e il suo entourage starebbero valutando la strada legale da intraprendere 

Sean Combs and his children Christian and Justin in 2007
Photo Credits: David Shankbone by Wikimedia Commons

Diddy non l’ha presa proprio benissimo. Anzi. Pare che insieme al suo team legale (che nell’ultimo anno sta lavorando senza sosta) stia preparando l’offensiva contro Netflix per la pubblicazione della docuserie della sua vita Sean Combs: The Reckoning. I rumors parlano di cifre senza limiti, fino a 1 miliardo di dollari.

Un po’ come l’amico pelato che dopo una battuta sulla sua calvizie non ti rivolge più la parola per un mese, Diddy ha deciso che se qualcuno -e in particolare 50 Cent- parla male di lui, dovrà pagare un prezzo esageratamente alto. Come Drake che per attaccare Kendrick aveva denunciato UMG, Puff starebbe valutando di citare in giudizio Netflix e, perché no, in questo modo colpire indirettamente anche il suo storico rivale Fifty. In entrambi i casi l’accusa è stata, o sarebbe, diffamazione.

Al centro della questione ci sarebbe la scelta di una narrazione specifica e deliberatamente diffamatoria della biografia di Diddy. Ma non solo: secondo i suoi avvocati, alcuni filmati mostrati nel documentario di Netflix proverebbero da un corpus di proprietà di Combs e sarebbero stati ottenuti senza il suo consenso. Stando alla loro versione, ogni tanto Puff prenderebbe in mano la cinepresa, o lo smartphone, e si filmerebbe (o si farebbe riprendere) in vista di un documentario autobiografico; queste riprese randomiche andrebbero avanti da quando aveva 19 anni.

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Infine, secondo i legali di Diddy sarebbe stata un’azione sconsiderata quella di Netflix di permettere a 50 Cent di essere produttore esecutivo di un prodotto relativo alla vita di un suo noto avversario. Ma forse questa faccenda riguarda più la morale; e, di morale, sarebbe più elegante per Diddy non parlarne.

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