Musica
Attesi ritorni. L’ultima fatica del cantante canadese
A colloquio con Micheal Bublè
L’artista famoso in tutto il mondo torna sul mercato con un album ispirato alle tradizionali atmosfere natalizie. Un disco che aveva in mente da 10 anni, tra collaborazioni e contaminazioni: un lavoro assolutamente imperdibile
Chiara Colasanti, 22 anni | 2 dicembre 2011
L’ultimo album di Bublè lascia ben poco spazio all’immaginazione, già a partire dal titolo: Christmas. Eppure di creatività in questo cd ce n’è davvero tanta: sono anni di lavoro e di sogni che Micheal ha sapientemente tradotto in tracce tradizionali contaminate dal suo inconfondibile stile.
Ne abbiamo parlato direttamente con lui in occasione della presentazione ufficiale del disco, prodotto dalla Warner Music, a Roma.
Perché un disco dedicato al Natale?
«Ho voluto creare un album con canzoni che riuscissero a conquistare tutti, che non parlasse troppo di religione, arrivando ai cuori di musulmani, cattolici, ebrei o protestanti che siano. Proprio come le note di Bing Crosby che suonavano a casa mia quando ero piccolo e che hanno toccato il mio, plasmando inevitabilmente la mia mente e le mie attitudini nei confronti della musica».
Otto anni fa è uscito un tuo EP natalizio: stavi pensando a questo album sin da allora?
«Anche da prima, ve lo assicuro. Quell’EP è stato un bel lavoro che ha venduto un milione di copie, ma che non mi ha soddisfatto assolutamente e in realtà non mi rappresentava per nulla. Sono anche arrivato a litigare con i vertici della Warner: avevo addirittura detto loro di non tenermi più nella loro “scuderia” perché un album natalizio, a quel tempo, non lo volevo davvero fare. Volevo creare qualcosa di speciale come quest’ultimo disco, ma in quel momento non ero davvero pronto. Molti pensavano che non sarei durato più di tanto... e invece, eccomi qui!».
Il disco contiene anche dei bei duetti: Shania Twain, Thalia (con cui Michael canta una canzone in spagnolo, lingua madre della moglie a cui è molto legato) e le Puppini Sisters, la cui leader è italiana: raccontaci un po’ di come sono nati.
«Vi posso dire che sapevo da tre anni con chi avrei fatto i duetti: ho voluto scegliere fra i miei amici, quindi lavorare con loro è stato assolutamente un divertimento. L’atmosfera era fantastica: proprio come quella che dovrebbe regnare durante il Natale!».
Cosa ricorderai di questa esperienza?
«Come ho detto, dentro di me sapevo da sempre come avrei voluto che fosse l’album, quindi la scelta delle tracce era già stata fatta: nella mia mente io avevo già tutto pronto! Questo non significa che sia stata una passeggiata: ho affrontato mesi di lavoro intenso perché ho voluto fare tutto “alla vecchia maniera”. Lavorare in studio di registrazione in una stanza con altre 90 persone che suonano mentre tu registri “live” è qualcosa di incredibile e penso che si possa sentire. Ci sono poi brani che hanno avuto una gestazione più complessa, come Cold December Night e All I Want For Christmas Is You. Sono figlie di programmi più sofisticati: lo si può ben capire al primo ascolto, ma doveva essere così perché le volevo moderne! Infine, ho avuto la fortuna di poter lavorare con tre produttori fantastici e posso dire che alla fine è proprio l’album che sognavo».
Romantico e sognatore, Bublè ci saluta augurandoci buon Natale e dichiarando il suo amore per l’Italia. Italia che lo aspetta il prima possibile in concerto per far vedere come questo amore sia più che ricambiato.
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