Musica
Ex.Wave. Dal conservatorio all’elettronica
La macchina sperimentale
Il duo abruzzese formato da Lorenzo Materazzo e Luca D’Alberto incanta l’ascoltatore con le sue atmosfere oniriche. Provare per credere
Giulia Ciavarelli | 2 febbraio 2012

Arrivano entrambi dal mondo della musica classica ma nel loro ultimo lavoro, Plagiarism, hanno sperimentato, mescolato e accostato suggestioni musicali differenti in un unico sound.
Sono gli Ex.Wave, due giovani musicisti abruzzesi che partono da un solido background accademico, ma che coltivano l’esigenza di dialogare con la modernità.
In due anni dalla loro formazione ricevono importanti riconoscimenti: sono invitati al Palazzo Reale di Monaco di Baviera da George Michael, aprono alcuni live dei Deep Purple, collaborano con Alan Wilder (Depeche Mode), Recoil, Sara Lov e Mike Garson, pianista e arrangiatore di David Bowie.
Di tutto questo, ma anche di più, abbiamo parlato con Lorenzo Materazzo, il pianista del gruppo.
Prima di tutto svelaci il motivo del nome, Ex.Wave.
«Inizialmente il nome provvisorio del gruppo era “macchina sperimentale”. Quando il nostro progetto ha preso il via, mescolando musica classica ed elettronica, abbiamo deciso di cambiare in “Ex.Wave”. Ci piaceva molto abbinare l’aggettivo “sperimentale” che si è trasformato in un’abbreviazione - Ex. da Experimental - a Wave, per rappresentare sia la forma fisica del suono, sia una nuova onda che può travolgere l’ascoltatore».
Come è nato il vostro progetto musicale?
«Io e Luca ci conosciamo sin da bambini ed entrambi siamo cresciuti al conservatorio di Teramo. Abbiamo formato questo duo iniziando una vera e propria carriera classica e vincendo anche importanti concorsi. Poi è nata l’idea di fare qualcosa di diverso: iniziare a sperimentare musiche composte da noi; così abbiamo dato vita a una particolare unione di musica classica e di elettronica/pop».
Avete aperto concerti di artisti internazionali del calibro di George Michael e Deep Purple, che esperienza è stata?
«Sono state esperienze molto importanti, sia dal punto di vista formativo, sia per la soddisfazione di vedere come la nostra musica sia apprezzata dai grandi».
Dopo il primo album, ecco che esce Plagiarism: cosa è cambiato dal primo cd?
«Sicuramente da un punto di vista sonoro c’è stato un grande progresso, ma ci consideriamo in continua evoluzione. I primi due dischi sono talmente diversi tra loro che ci chiediamo come potrà essere un terzo!».
Nel vostro album c’è un’importante collaborazione con Astrid Young...
«Abbiamo dato ad Astrid Young una scelta vasta di brani, e lei ha preferito Wonderland. Luca, che suona gli archi, aveva collaborato con lei facendo degli arrangiamenti per un suo disco; cogliendo quest’occasione, le abbiamo proposto il progetto Ex.Wave».
Prossimi sogni?
«Uno dei nostri obiettivi sarà quello di introdurci nel mondo della musica da film e magari poter lavorare con registi a livello nazionale e internazionale. Stiamo poi lavorando alla realizzazione di uno spettacolo particolare da presentare al pubblico quest’anno. E naturalmente in cantiere c’è la preparazione di un terzo disco».
Non vi resta che ascoltarli!

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