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La "cantora" leggera
Cassandra Raffaele pubblica Chagall
La Redazione | 3 dicembre 2015

Libera, leggera, indipendente. Questi gli aggettivi per descrivere Cassandra Raffaele, cantautrice siciliana che ha appena pubblicato il suo secondo album, Chagall, curando tutto: dalla musica, ai testi, agli arrangiamenti, alla produzione. Un lavoro poliedrico, che strizza l’occhio al folk e al punk su una base elettronica. Poliedrico come Cassandra, giovane laureata in neurofisiopatologia che nel 2011 decide di seguire il suo vero amore, la musica, cominciando a scrivere testi per “liberarsi”. «La musica mi fa sentire leggera, libera. Questo senso di fluttuazione nell’aria l’ho voluto riprodurre in questo mio ultimo lavoro, che non a caso ha il nome di un pittore, Chagall. Un artista che attraverso le sue tele comunica un senso di leggerezza». Il disco conta varie collaborazioni, tra cui quella con Elio, che Cassandra aveva conosciuto a X Factor: «Avevo scritto un brano, Meditazione, poi confluito nell’album, che parla di una donna malata di shopping compulsivo che si rivolge a un guru un po’ strampalato. Ho pensato che Elio sarebbe stato perfetto!». L’ironia è una delle caratteristiche di Cassandra, che ama giocare con le parole, come in Can che abbaia morde e I fiori di Battisti, brano che chiude l’album sul potere taumaturgico della musica, un po’ come i fiori di Bach. «La vita è una sintesi di eventi in contrasto fra loro: mi piace giocare con le parole, anche per mettere in evidenza le contraddizioni della realtà. Mi piacerebbe alle volte rimettere a posto alcune di queste, come la fortuna che spesso sceglie i suoi favoriti, già fortunati». Nella sua tavolozza di colori, Cassandra ha anche l’impegno civile. Con il suo brano I muri vince nel 2015 il premio Musica e Cultura in memoria di Peppino Impastato: «È una canzone che tenevo nel cassetto da tempo, la custodivo gelosamente come una pagina di diario, perché la sentivo in maniera particolare. Poi in collaborazione con la Casa memoria Felicia e Peppino Impastato abbiamo realizzato un corto molto forte, all’interno di casa Badalamenti, che è il luogo in cui fu deciso il suo omicidio. Un’esperienza intensa e bellissima, importante, perché per me Peppino è stato sempre il simbolo del coraggio».

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