Progetti
Artemisia, una di noi
Si ispira alla figura di Artemisia Gentileschi il progetto ArtMia, realizzato grazie al Dipartimento per le Pari Opportunità: un esempio per tutte le ragazze che lottano per i propri diritti
Redazione | 4 aprile 2019

Artemisia Gentileschi è da qualche anno diventata un simbolo. Le sue opere raccontano la storia di donne coraggiose, capaci di lottare a costo della propria vita per dimostrare di esistere. E la vita di Artemisia stessa ne è un esempio. Non deve essere stato facile per lei affermarsi come pittrice in un mondo che non permetteva alle donne di frequentare scuole di arte; non deve essere stato facile per lei affrontare un processo (era stata stuprata dal pittore Agostino Tassi, amico e collega del padre) per proteggere se stessa e il proprio diritto di decidere. In nome di Artemisia parte il progetto di comunicazione rivolto agli studenti di una rete di scuole secondarie superiori che utilizzerà principalmente il metodo del laboratorio e della produzione di contenuti, progetto realizzato da Mandragola Editrice e dall’Associazione A mano disarmata, finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio. “Abbiamo scelto il tema dell’arte come possibilità di emancipazione da degradanti stereotipi di inferiorità legati al genere e da atteggiamenti di sottomissione assoluta al potere maschile dominante”- racconta Lidia Gattini, coordinatrice dell’iniziativa – “Il progetto di comunicazione si rivolge agli studenti di una rete di scuole secondarie superiori sul territorio nazionale e utilizzerà principalmente il metodo del laboratorio e della produzione di contenuti su supporti innovativi come le app. A tutti gli studenti saranno forniti strumenti per analizzare in maniera sistematica l’attuale linguaggio utilizzato sui più comuni social media. In particolare, la riflessione verterà sul linguaggio a connotazione sessuale negativa nei confronti delle donne e sulle frequenti giustificazioni di azioni violente. Si affronterà anche il tema delle “vittimizzazioni secondarie” delle donne abusate, il meccanismo in base al quale i carnefici diventano vittime, ribaltando le responsabilità, e infine dell’uso di immagini degradanti e oggettivanti del corpo femminile. Il fine è realizzare una sorta di catena di conoscenze comuni sul rispetto della donna, a partire dal linguaggio”. 

Varie sono le attività previste:

L’Osservatorio social media (centrato sul linguaggio violento, di oggettivazione sessuale e discriminante nei confronti delle ragazze da parte dei loro coetanei), in cui gli studenti realizzeranno altrettanti report con strumenti quali-quantitativi di osservazione.

I Laboratori di fumetto (sceneggiatura/disegno), in cui gli studenti produrranno tavole a fumetti su donne protagoniste dell’arte.

I Laboratori di video-giornalismo, dove gli studenti realizzeranno videointerviste a testimoni chiave, ovvero donne che hanno utilizzato l’arte come strumento di emancipazione e di affermazione di sé.

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