Scuola
Maturità 2023, studenti contro Valditaria: "No al ritorno all'epoca pre-Covid"
Il ministro Valditara ha scelto la modalità per l'esame, senza però consultare le associazioni studentesche
Christian Delmonte | 1 febbraio 2023

È passato appena un mese dal suo inizio e sembra già essere chiaro che il 2023 non sarà un anno tranquillo, perlomeno sul fronte scuola-studenti. Da pochi giorni sono state rese note per ogni indirizzo scolastico le materie della prossima maturità, ma ciò che fa principalmente discutere è quanto annunciato per quel che riguarda il format dell'esame di Stato. Infatti, il ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara ha optato per ciò che gli studenti hanno definito come "un salto nel passato", ovvero il ritorno delle modalità di esaminazione a cui gli studenti erano stati sottoposti fino all'anno scolastico 2018/19, immediatamente precedente allo scoppio della pandemia di Covid-19.

Intervistato da La Stampa, il ministro ha spiegato le ragioni di tale scelta, assicurando che quest'ultima è stata preceduta da una serie di confronti con "esperti e addetti ai lavori", dai quali è emerso come essa fosse la soluzione più ragionevole, sostenendo anche che quella di apportare pesanti modifiche a un esame di grande importanza come la maturità non è una decisione da prendere solo per ottenere un cambiamento fine a sè stesso ma esclusivamente nel momento in cui ci saranno delle proposte concrete ed efficaci. Ha poi proseguito il suo discorso parlando dell'esame in sè, partendo dalle prove Invalsi - che stando alle sue parole non serviranno a determinare il voto finale ma avranno solo un'utilità statistica - rilasciando qualche dettaglio sulle tracce della prova scritta di italiano e infine parlando in breve anche della prova orale. Proprio su questo tema ha voluto rassicurare gli studenti, spiegando che non si tratterà di una semplice interrogazione fine a sè stessa in quanto le loro competenze sono già state ampiamente valutate e appurate durante il percorso di cinque anni, ma sarà un colloquio in cui si dovrà dimostrare di avere la capacità di fare collegamenti tra le materie.

Com'era logico aspettarsi, non si è fatta attendere la risposta degli studenti, con associazioni e comitati scesi in piazza per far sentire la propria voce al grido di "didattica obsoleta" e "Valditara ci convochi". "Riproporre la Maturità 2019 è una follia senza alcuna logica di base" ha detto il coordinatore della Rete degli Sudenti Medi, Paolo Notarnicola, che poi ha proseguito dicendo che "Non si può continuare con una didattica che non stimola gli studenti". Il concetto poi è stato ribadito anche da Bianca Chiesa, la coordinatrice nazionale dell'Unione degli Studenti, che è intervenuta così durante le proteste: "Questa modalità non tiene conto della necessità di ripensare un esame di Stato che possa essere realmente formativo e tenere davvero conto dell'intero percorso dello studente, anzichè basarsi quasi interamente sui risultati delle singole prove". La stessa Chiesa ha anche proposto l'inserimento di una tesina multidisciplinare, lasciando poi la parola ad Alice Beccari, membro dell'esecutivo dell'Unione degli Studenti, che ha raccontato come la loro proposta di riforma per la Maturità 2023 fosse stata presentata con largo anticipo al ministro Valditara, che l'ha comunque ignorata presentando la sua decisione senza alcun margine di confronto. Da qui nasce l'idea di convocare un'assemblea nazionale, che si svolgerà a Roma tra il 10 e il 12 febbraio, che coinvolgerà il maggior numero possibile di associazioni studentesche e per la quale si richiede anche la partecipazione del ministro, così da esporre direttamente a lui in persona le idee. Questa è ovviamente un'ipotesi che sarà difficile da realizzare, ma non impossibile, poichè è bene sottolineare che Valditara non ha chiuso le porte a una possibile riforma dell'esame di Stato, seppur escludendo che questa possa avvenire nell'immediato.

Arrivati a questo punto l'unica certezza che sembra esserci è che, se non verranno ascoltati neanche questa volta, gli studenti non hanno intenzione di fermarsi perchè vogliono un cambio di rotta significativo e sicuramente lo vogliono adesso. I giovani di tutta Italia attendono nuovi sviluppi che potrebbero arrivare proprio nei giorni a venire.

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