Qual è la situazione dei diritti in Italia?
Alla Repubblica delle Idee si è discusso della condizione dei diritti civili e sociali in Italia e sul perché la classe politica vi sia così indifferente
Alex Lung | 18 giugno 2022

Non è insolito, nella politica italiana, sentire che alcuni temi sono più importanti di altri. La cittadinanza ai bambini nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri? "Ci sono cose più rilevanti a cui pensare". Il matrimonio egualitario? "Ci sono altre priorità". Il fine vita? "Sì, ma prima pensiamo alla ripresa dell'economia". Questa è la tendenza di una classe politica ormai lontana dai bisogni dei suoi cittadini, che a volte sono loro stessi inconsapevoli di avere. Questa è la tendenza che ha portato l'Italia ad essere un paese tremendamente arretrato per quanto riguarda i diritti civili: donne, gay, malati terminali, ultimi.

Questa è stata la tematica cardine affrontata nel dibattito "Ius soli, parità di genere, fine vita. La sfida possibile tra diritti sociali e diritti civili",  in occasione della Repubblica delle Idee, organizzato da La Repubblica a Bologna il 17 giugno. Moderato da Maria Novella De Luca, ha visto la presenza di due dei massimi nomi impegnati nella lotta alle discriminazioni in Italia: Luigi Manconi - sociologo e senatore fino al 2018, nonché ex ministro della Giustizia e presidente della Onlus "A buon diritto" - e Linda Laura Sabbadini, una delle più illustri statistiche italiane, esperta di povertà, emarginazione e studi di genere. 

Diritti civili e sociali, di pari passo

L'interrogativo principale del dibattito è stato relativo al rapporto tra diritti civili e sociali: esiste una dicotomia, o i due rappresentano di fatto un unicum? Secondo Sabbadini, "La loro sintesi è un principio cardine delle democrazie, per evitare il rischio di populismo". Infatti, secondo la statistica, la sfiducia alle istituzioni democratiche è data dalla disattenzione che esse hanno per i bisogni dei cittadini - da un punto di vista sociale ma allo stesso tempo civile - che quindi si rivolgono a demagoghi che offrono risposte semplici a problemi complessi. 

Manconi si è schierato contro la classe politica "pusillanime" che evita di affrontare le grandi problematiche civili, per rischiare impopolarità e sconfitte, nascondendosi dietro alla logica del "ci sono altre cose a cui pensare". "Pensare che i diritti della persona siano attinenti all'area del superfluo è un errore gravissimo e segnala un'ipostazione classista", ha spiegato Manconi, "è come se si pensasse che l'operaio, il disoccupato, o chi svolge attività subalterna fosse interessato solo a soddisfare i suoi bisogni fondamentali, e non magari anche alla propria felicità sessuale". Secondo l'ex guardasigilli è grave pensare che le unioni civili possano essere un qualcosa che interessi solo a chi è già agiato.

Due lingue diverse

Lo scorso autunno l'Associazione Luca Coscioni ha presentato più di un milione di firme di cittadini favorevoli all'introduzione dell'eutanasia nell'ordinamento italiano. La Corte Costituzionale non ha ammesso il quesito, ma è comunque interessante notare la differenza di posizioni sul tema tra popolo e classe politica: il primo reputa regolamentare il fine vita come una priorità, la seconda temporeggia e non si muove a riguardo. Sabbadini ha sottolineato come sia dovere della politica perseguire la felicità dei cittadini, ma ciò non avviene in Italia in quanto gli stessi governanti non conoscono la reale situazione dei diritti nel paese. "Possiamo fare le leggi che vogliamo ma se poi non sappiamo la situazione di partenza, se migliora o meno, come facciamo a sapere se sono utili?". L'esperta ha fatto presente come esistano regolamenti comunitari che obbligano gli Stati membri a finanziare indagini statistiche di natura economica, mentre non vi è nessuna legge a livello europeo che porti invece a studiare la situazione della violenza sulle donne. L'Italia da questo punto di vista è un'avanguardia, ma secondo Sabbadini è comunque fondamentale aumentare i fondi previsti per l'ISTAT, così da produrre continuamente statistiche che monitorino la situazione dei diritti civili nel paese. 

Immigrazione

Da anni in Italia si discute senza successo di introdurre lo Ius Scholae, che permetterebbe ai bambini che nascono e crescono nel nostro paese di acquisire la cittadinanza italiana anche se figli di stranieri. Ancora una volta Manconi ha rimarcato come ai politici manchi il coraggio di schierarsi dalla parte degli ultimi. "Il punto è che in Italia il razzismo è a livelli normali, mentre la xenofobia (paura dello straniero, ndr) registra livelli elevati. Viene quindi trasformata in moneta elettorale, in uno strumento che alcuni partiti usano per accrescere la propria base sociale". "Meglio quindi evitare scelte impopolari": è questo quello che pensano gli eletti.

Sabbadini ha parlato a riguardo dell'importanza di vivificare la nostra democrazia, includendo tutti: immigrati, omosessuali, donne e ultimi in generale: "Potrebbe essere una grandissima richezza". Dello stesso parere anche l'ex senatore, che ha ricordato come l'afflusso di immigrati sia vitale in un paese che si sta spopolando come l'Italia, per mantenere quantomeno costanti i livelli produttivi di tutti i settori economici.

Parità di genere

Linda Laura Sabbadini sostiene che la parità delle donne sia perseguibile solo con una concomitanza di diritti civili e sociali. "La presenza di donne nei luoghi decisionali è disastrosa. In Italia la parità di genere esiste sulle leggi, ma non nel pratico, e la distanza con l'Europa continua ad aumentare", ha commentato la statistica. I dati parlano chiaro: le donne non sono libere di autodeterminarsi, di svolgere il lavoro che vogliono, di fare un figlio o non farlo; in altre parole, non possono prendere in mano la propria vita al 100%.

Quale soluzione?

È difficile trovare una via d'uscita all'arretratezza civile e sociale senza un cambiamento radicale. Luigi Manconi afferma che il primo passo sia smettere di etichettare i temi come "divisivi": i diritti delle donne, degli immigrati, dei gay, dei trans, e dei malati sono di tutti, e non di alcuni. A questo punto, l'ex senatore grida mentre il pubblico applaude: "Cos'è la politica se non privare le persone dal dolore?"

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