Ambiente
Lotta al cambiamento climatico, tu da che parte sei?
Tu da che parte sei? Quante volte ci siamo sentiti dire questa frase negli ultimi anni parlando di lotta alla sostenibilità? Attivisti di Ultima generazione: sì o no? Educazione al cambiamento climatico nelle scuole: sei pro o contro? Analizziamo insieme alcune questioni che spaccano in due la società contemporanea
Gaia Canestri | 15 maggio 2024

Che si discuta così tanto in merito a un argomento su cui dovremmo essere uniti è curioso, ma in fondo schierarsi è una prerogativa umana. Ci schieriamo persino per la pace e la libertà, come potremmo non farlo per l'ambiente, considerato da alcuni ancora un elemento secondario e di minor importanza rispetto alla civiltà. Ma è proprio il confronto che permette di generare nuove idee, condividere pensieri ed esaminare punti di vista che non avremmo mai considerato; e chissà magari persino cambiare idea. Ecco gli argomenti che più fanno discutere la popolazione di tutto il mondo quando si parla di futuro e pianeta, e che vi spingono a chiedervi "da che parte sono?".

Il limite sottile tra disagio e violenza

L'attivismo è un tema bollente per la società che si trova, ormai quotidianamente, a dover gestire rivolte e blitz degli attivisti che manifestano per il futuro. L'attivismo che crea disagio, e tanto, si è affacciato velocemente alle porte di musei, scuole, piazze e monumenti, palazzi istituzionali e persino campi da tennis. Risale proprio a qualche giorno fa la notizia del match interrotto della statunitense Madison Keys e la rumena Sorana Cirstea dagli attivisti di Ultima Generazione che hanno fatto irruzione in campo lanciando colla e coriandoli. Lo stesso giorno due ambientalisti hanno ricoperto di vernice le vetrine di un negozio di via del Corso a Roma, a cui si sono successivamente incollati.

Colla, coriandoli e vernici sono solo alcuni dei mezzi che hanno permesso agli attivisti di Ultima Generazione di passare alla storia con un duplice appellativo: vandali per alcuni, rivoluzionari per altri. Chi li chiama vandali non accetta le forme di azione dirette e violente. Così i quadri imbrattati, le strade inaccessibili talvolta persino alle ambulanze, i concerti interrotti e i monumenti sfregiati superano quel limite tra il disagio e la violenza che spinge qualcuno a chiamarli eco-vandali.

Ma per ognuno che li chiama teppisti ce ne è un altro che li chiama rivoluzionari. Nel mondo in cui i ragazzi hanno perso fiducia nelle istituzioni e negli adulti, gli attivisti che compiono azioni ad alto impatto diventano gli idoli di ragazzi e di chi per troppo tempo non si è sentito ascoltato. Gli ambientalisti diventano l'ultima speranza per un cambiamento profondo dopo anni passati a manifestare in ordine nelle piazze senza ricevere nessuna risposta.

La rivoluzione parte dalla scuola

La rivoluzione delle tematiche affrontate tra i banchi di scuola è già iniziata da qualche anno: prima l'educazione sessuale, poi quella affettiva e ora anche quella ambientale

C'è chi pensa che determinate tematiche debbano essere affrontare fin dalla prima infanzia da figure competenti e che sappiano come comunicare con bambini e ragazzi. Inoltre la scuola può rivelarsi un luogo sicuro dove approcciarsi per la prima volta al confronto e maturare le proprie idee. Insomma, dalla scuola parte una vera e propria rivoluzione silenziosa: senza grida, con rispetto e perché no anche divertimento si cresce una generazione che sa cosa vuol dire amare, prendersi cura degli altri e della natura.

Qualcun altro mette in dubbio il luogo in cui avviene questo dibattito: la scuola. Quello che viene contestato è il tentativo di istituzionalizzare sentimenti e tematiche che rischiano di essere banalizzate e prese in considerazione dagli studenti come "l'ennesimo compito a casa su cui annoiarsi".

Le domande che fanno discutere sono ancora tante e il primo passo per trovare una risposta è parlarne. Discutetene con amici, familiari, conoscenti, professori, create una rete di confronto, mettetevi in dubbio e spiegate le vostre convinzioni. Scegliete da che parte stare.

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