Ambiente
Green Deal, cos’è e perché è importante
Dalla sua nascita ad oggi: cosa prevede il Green Deal e come si è evoluto nel tempo
Gaia Canestri | 2 October 2024

Tutti abbiamo sentito nominare almeno una volta nel corso degli ultimi anni il Green Deal, ma sappiamo veramente di cosa tratta e perché se ne parla così tanto? Scopriamolo insieme 

Che cos'è il Green Deal?

Si tratta in sostanza del "patto verde" per diventare il primo continente a impatto climatico zero. Viene definito come un pacchetto di iniziative strategiche che mirano ad indirizzare l'UE verso la transizione verde perseguendo 3 obiettivi principali: cessare l'emissione nette di gas a effetto serra entro il 2050, dissociare la crescita economica all'utilizzo di risorse ed evitare di trascurare persone e luoghi in questa transizione.

La storia

A giugno 2019 il Consiglio europeo, organismo collegiale del'UE con sede a Bruxelles che ha l'obiettivo di discutere tematiche cruciali per lo sviluppo della comunità, si pone come obiettivo principale "costruire un'Europa verde, equa, sociale e a impatto climatico zero". Per la prima volta la sostenibilità diventa una vera priorità discussa dai leader del Consiglio europeo. A dicembre dello stesso anno viene approvato l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 e si tiene il uno Scambio di opinioni sulla politica dell'UE in materia di ambiente e clima nella nuova legislatura, durante il quale si iniziano a definire i punti salienti del Green Deal.

Arriva il 2020 e dopo numerose riunioni tra i ministri emergono uno alla volta gli aspetti e gli oggetti di interesse del Green Deal così come lo conosciamo oggi: a gennaio viene pubblicato il piano di investimenti per un'Europa sostenibile, vengono discussi gli aspetti agricoli e un piano di comunicazione e di transizione giusta. A giugno vengono discussi due punti cardine dell'accordo: le strategie dell'UE "Biodiversità" e "Dal produttore al consumatore": la prima mira a contribuire al recupero della biodiversità in Europa entro il 2030 attraverso "l'estensione delle superfici terrestri e marine protette in Europa, il ripristino degli ecosistemi degradati attraverso la riduzione dell'uso e della nocività dei pesticidi e l'aumento del finanziamento delle azioni e un migliore monitoraggio dei progressi compiuti". La seconda strategia invece vuole sviluppare un sistema alimentare europeo sostenibile, dalla produzione fino al consumo, e lo fa "garantendo alimenti nutrienti, in quantità sufficiente e a prezzi accessibili entro i limiti del pianeta; promuovendo la sostenibilità della produzione alimentare e un consumo alimentare e regimi alimentari sani più sostenibili".

Si discute anche di spostamenti e mezzi: in Consiglio promuove la ferrovia come "modalità di trasporto verde, sicura e innovativa, essenziale nella transizione verso una mobilità sostenibile e intelligente" e decide di partecipare al regime di compensazione e riduzione delle emissioni di carbonio del trasporto aereo internazionale (CORSIA).

A dicembre arriva la prima grande svolta con l'approvazione di un nuovo obiettivo, che prenderà successivamente il nome di pacchetto "pronti per il 55%": per trasformare le ambizioni del Green Deal in realtà vengono prodotte serie di proposte legislative e modifiche alla legislazione dell'UE in vigore, che diventeranno vincolanti in seguito e che aiuteranno l'Unione non solo a ridurre le sue emissioni nette di gas a effetto serra e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ma anche a ridurre questi parametri di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990.

Per concludere l'anno, sempre nel 2020, viene approvato il fondo per la transizione giusta che conta ben 17,5 miliardi di euro da investire per rendere l'UE una comunità sostenibile.

A marzo del 2021 gli argomenti di discussione si ampliano, si inizia a discutere di strategia dell'UE in materia di sostanze chimiche sostenibili, con l'obiettivo di "proteggere meglio la salute umana, rafforzare la competitività dell'industria e sostenere un ambiente privo di sostanze tossiche".

Le proposte legislative e gli obiettivi del Green Deal diventano vincolanti a maggio, quando viene approvato un testo di compromesso finale sulla legge UE sul clima che conferma l' obiettivo di riduzione netta delle emissioni del 55% per il 2030 e neutralità climatica a livello dell'UE per il 2050. Inoltre viene prevista l'istituzione di un comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici e l'utilizzo di un bilancio di emissioni per fissare un obiettivo intermedio per il 2040.

Durante le riunioni del 2021 emergono molti settori che necessitano di essere regolamentati e adattati agli obiettivi green stabiliti: si discute di ristrutturazioni, smaltimenti dei rifiuti e delle batterie, agricoltura biologica, industrie, trasporti e molto altro.

Dal 2022 le discussioni dei ministri sono state incentrate prevalentemente sul pacchetto "pronti per il 55%". Tra gli venti di maggiore rilevanza troviamo l'ad esempio l'adozione di una posizione comune su ciascuna delle tre proposte legislative del pacchetto relative al settore dei trasporti, con l'obiettivo principale di ridurre del 90% le emissioni di gas a effetto serra legate ai mezzi. Si discute successivamente anche di autivetture e furgoni, questa volta si guarda molto più avanti però: lo scopo infatti è eliminare totalmente le emissioni di CO2 entro il 2035 sia per le autovetture nuove che per i furgoni nuovi.

L'anno si chiude con un progetto ambizioso: innalzare dal 55% al 62% il livello di riduzione delle emissioni entro il 2030. 

Anche il 2023 si prospetta un anno ambizioso, con discussioni che toccano temi come l' energie rinnovabili, una nuova regolamentazione riguardo a imballaggi ed etichette, alimenti biologici, progettazione sostenibile ed economia circolare. Nell'ultimo anno si è continuato a discutere molto sulle tematiche già trattate, con il conseguente aggiornamento degli obiettivi e delle norme per raggiungerli. 

 

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