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DDL Zan, cos'è e in cosa consiste il dibattito
La proposta di legge ha acceso un forte dibattito che ha coinvolto anche noti personaggi del mondo dello spettacolo. Punta a impedire e contrastare la discriminazione e la violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità
Oliviero Massaccesi | 8 April 2021

Elodie che insulta su Instagram il leader leghista Matteo Salvini, Fedez che trascina i suoi follower in una diretta con un parlamentare, una petizione che raccoglie insieme le  firme di filosofi, giuristi e mondo dello spettacolo. È da giorni che in Italia, dai social alle pagine dei quotidiani, infuria la polemica sulla legge Zan, ma di cosa si tratta esattamente?

Il contenuto del DDL

Il DDL Zan prende il nome dal suo fautore: Alessandro Zan, politico del partito democratico e attivista LGBTQ+. Punta a impedire e contrastare la discriminazione e la violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. L'obiettivo è  quello di assicurare più tutela a tutte quelle persone che ogni giorno si ritrovano costrette ad affrontare violenze verbali e fisiche solo per il loro orientamento sessuale, per la loro identità di genere o semplicemente per il loro fisico. Va quindi ad ampliare in questo modo l’ambito di applicazione dei delitti contro l’eguaglianza, previsti dal Codice penale agli articoli 604 bis e 604 ter, che si limitavano pero a tutelare discriminazioni razziali, etniche, nazionali e religiose. Il DDL Zan è una disegno di legge che non solo tutela i diritti della comunità LGBTQ+ ma punisce anche misoginia e sessismo. Si vorrebbe poi istituire una “Giornata Nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”,  il 17 maggio, introdurre nelle scuole programmi di sensibilizzazione contro le discriminazioni e infine dotare di 4 milioni di euro il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità.

Il dibattito

Già approvata alla Camera,  la proposta di legge è ora ferma al Senato, in Commissione Giustizia, dove i partiti  del centrodestra, Lega Forza Italia e Fratelli d'Italia stanno cercando di bloccarla, rimandandone la discussione. "In questo momento non è una priorità", ha sostenuto  il leader leghista Matteo Salvini. Da qui le iniziative di cantanti, attori, influencer, da Mamhood a Levante,  da Alessandro Gassmann a Elodie e Fedez, che in questi giorni hanno fatto sentire la loro voce, sui social e non solo. “Siete indegni, questa gente non dovrebbe essere in parlamento”, ha commentato Elodie su Instagram. Forte dei suoi 12 milioni di followers Fedez ha organizzato una diretta  Instagram proprio con Alessandro Zan, sponsorizzando una petizione che ha raccolto già 270 mila firme, con un elenco zeppo di artisti e intellettuali, dai filosofi Massimo Cacciari e Nadia Urbinati alle scrittrici Carla Signoris e Lella Costa. Dopo Elodie e Fedez, anche Levante e Mahmood hanno fatto sentire la propria voce, la prima attaccando duramente il senatore della Lega Simone Pillon: “Pillon, non è mai tardi per iniziare una terapia che la aiuti a comprendere l’importanza dell’altro, il diritto dell’altro a essere chi vuole (liberamente) e il dovere di uno Stato a tutelarne la libertà”; il secondo ricordando episodi della sua adolescenza nei quartieri della periferia milanese ("forse per paura o debolezza, mi sono trovato inerme davanti a situazioni che per me erano e sono una violenza. Violenza che uccide la libertà di ciascuno di essere se stesso").

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