Attualità
Adolescenti arrabbiati, con il covid aumentano le baby gang
Secondo l'Osservatorio nazionale sull'adolescenza il 6,5% dei ragazzi fa parte di una banda di microcriminalità. A spaventare è l'effetto branco
Patrizia Pizzo | 25 ottobre 2022

Il Covid ha portato un aumento della microcriminalità fra i giovani: secondo gli ultimi dati riportati dall'Osservatorio Nazionale dell'adolescenza del Ministero della Famiglia ben 3 ragazzi su 10 hanno partecipato a una rissa e cresce, in tutta Italia, il fenomeno delle baby gang.

Strettamente correlate alla spiegazione di questo fenomeno vi sono la deresponsabilizzazione e il cosiddetto “effetto branco”.

Baby gang: un fenomeno che riguarda gli adolescenti

Per baby gang ci si riferisce a un fenomeno di microcriminalità sviluppato in prevalenza nei contesti urbani, che si esplicita in gruppi di individui spesso di sesso maschile di età compresa tra i 15 e i 17 anni e per lo più italiani. Un problema che riguarda gli adolescenti e, in particolare, i ragazzi da nord a sud Italia.

Le baby gang si rendono così protagoniste di episodi di microcriminalità ossia un di un insieme di piccoli reati che possono variare dalle “comuni” risse, alle percosse e lesioni, passando per atti di bullismo. Rientrano nei fenomeni di microcriminalità anche i furti o le rapine e il disturbo della quiete pubblica. Nel caso delle baby gang, le vittime di queste violenze sono di solito loro pari, di età tra i 14 e i 18 anni.

Fenomeno più diffuso al Nord

La presenza delle baby gang è piuttosto omogenea lungo tutta la penisola, con una percentuale leggermente maggiore nel Centro-Nord. In particolare spiccano, in negativo, alcune province lombarde e piemontesi.

Ma come sono strutturate e come cresce l’identità di gruppo?

Le baby gang non hanno un piano ben definito di azione, in generale agiscono in maniera occasionale. Questo le distingue da gruppi più organizzati, i cui interessi sono più ampi (spaccio di droghe e stupefacenti) e le cui strutture sono meglio definite.

Baby gang e social

Le baby gang raggiungono anche il mondo online, attraverso i propri profili social rafforzano il proprio sentimento di affiliazione al gruppo e di conseguenza l’identità di gruppo, postando le riprese fatte durante ad esempio un’aggressione e cercando (e ottenendo) sempre più popolarità.

Fenomeno in crescita

Secondo i dati forniti dalle forze dell’ordine, nel periodo post pandemia c’è stata una forte espansione del fenomeno. I soggetti presi in carico sono passati da 79 (2019), poi 107 (2020) a 186 (2021). Dati più recenti dell’Osservatorio nazionale sull'adolescenza rilevano che il 6.5% dei minorenni fa parte di una banda, il 16% ha commesso atti vandalici e 3 ragazzi su 10 hanno partecipato ad una rissa.

Effetto branco

Come mai questo fenomeno è in crescita?Tra i dati evidenziati dalle analisi, ci sono ragazzi con problemi familiari, a scuola o con i coetanei e contesti di disagio economico e sociale. Recenti notizie vedono protagonisti però ragazzi provenienti anche da ambienti benestanti, ampliando i confini non scritti dei contesti di provenienza dei membri. Più in generale, si può parlare di deresponsabilizzazione e di effetto branco; questi due concetti indicano un’estensione della responsabilità da uno a molti, più facile da sostenere e da accettare per gli stessi membri del gruppo.

 

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