Attualità
Usa, le scuole fanno causa ai social. Perché è un punto di partenza
Maddalena Messeri: "Come tutte le grandi sbornie che abbiamo avuto negli ultimi decenni, anche la sbornia social è destinata a finire"
Redazione | 10 January 2023

Facciamo causa ai social network. È la curiosa iniziativa di un gruppo di scuole pubbliche di Seattle, che hanno fatto una mega causa ai social perché “danneggiano i ragazzi”, chiedendo un ingente risarcimento danni e di pagare per la prevenzione e le cure per la dipendenza da Facebook, Instagram, YouTube, TikTok e Snapchat. Nelle 91 pagine della denuncia, i social vengono accusati di aver “sfruttato con successo i cervelli vulnerabili dei giovani, agganciando decine di milioni di studenti attraverso un circuito vizioso di risposte positive sui social media che porta all’abuso delle piattaforme”. Nel documento si evidenzia che dal 2009 al 2019 sono aumentati del 30% i giovani che si sentono “tristissimi o senza speranza quasi ogni giorno per due settimane o oltre di seguito”. Ne abbiamo parlato nel corso di Zai.time con la giornalista Maddalena Messeri che ne ha scritto ieri mattina sulle colonne di Leggo.

"Nella patria di internet e della tecnologia, una causa ai social network rappresenta un punto di partenza per una nuova consapevolezza su quanto i social possono essere una potenzialità ma anche un rischio. Come tutte le grandi sbornie che abbiamo avuto negli ultimi decenni, anche la sbornia social è destinata a finire. La consapevolezza da parte del mondo educativo del fatto che i social siano uno strumento di vicinanza ma anche una possibile fonte di danno psicologico, è uno step fondamentale. L'America ha sempre portato in alto i valori della tecnologia di cui i social fanno parte. Da un lato stimolano desideri e fantasie ma dall'altro provocano anche una grande frustrazione per il continuo confronto con gli altri, da cui scaturiscono ansia e depressione. Non penso che i social debbano essere demonizzati ma penso che manchi una consapevolezza individuale: quanto siamo disposti a rinunicare per non farci del male?" 

In studio anche la giovane reporter Gaia del liceo Dante di Roma, che ha commentato: "Mi ritrovo in questo senso di insoddisfazione quando vedo le foto degli altri in vacanza o che comunque ostentano felicità. Non sono una grande utente dei social, ma riconosco che spesso causano ansia e depressione".

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