Attualità
Amatrice, 7 anni dal terremoto che devastò il Centro Italia
Era la notte del 24 agosto 2016 quando la terra tremò alle 3:36. I morti furono più di 300, le case ancora da ricostruire
Redazione | 24 August 2023

Sono passati 7 anni dal terremoto che distrusse Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. I morti furono più di 300, i Comuni coinvolti dal sisma (che proseguì con nuove scosse per tutto il 2016) circa 140. A quasi un decennio di distanza molte città sono ancora da ricostruire e molti cittadini chiedono una casa. 

Erano le 3:36 del 24 agosto quando una scossa di magnitudo 6.0 (registrata dall'istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia lungo la valle del Tronto con epicentro ad Accumoli) distrusse in pochi secondi tutta la Conca Amatriciana, oltre ai Comuni e alle frazioni di Accumoli e Arquata del Tronto (in provincia di Ascoli Piceno). 

La scossa fu percepita dall’Emilia Romagna alla Campania. 

Il Comune più colpito, in termini anche di vite umane, fu Amatrice, che in quei giorni di fine estate era popolata anche da molti turisti o da romani in vacanza (principalmente) nella propria seconda residenza. Il 27 agosto si sarebbe infatti celebrata la consueta sagra degli spaghetti all’amatriciana che, da decenni, attraeva cittadini provenienti da ogni parte d’Italia e non solo. Le vittime furono, solo nel territorio di Amatrice, ben 239 per un totale di 299 in tutta l'area. Nei mesi successivi altre quattro persone che erano rimaste schiacciate dalle macerie persero la vita facendo salire il numero dei morti a 303. 

L’intero centro con tutti gli edifici storici e le abitazioni presenti lungo Corso Umberto I crollò e con esse molteplici abitazioni presenti nel borgo e nelle varie frazioni circostanti. I feriti furono, in totale, 388. 

Il numero degli sfollati salì, in tutta l’area, a 41mila. 

Le altre scosse

Seguì il 26 ottobre 2016 un’altra violenta scossa con epicentri al confine umbro-marchigiano, tra i comuni della provincia di Macerata di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera e pochi giorni dopo, il 31, una scossa (la più forte) di magnitudo 6.5 che colpì  i comuni di Norcia e Preci, in provincia di Perugia. Il 18 gennaio 2017 avvenne una nuova sequenza di quattro forti scosse di magnitudo superiore a 5, con massima pari a 5.5,ed epicentri localizzati tra i comuni aquilani di Montereale, Capitignano e Cagnano Amiterno. Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio furono le principali regioni colpite. 

I fondi pubblici e i sostegni da parte dell’Ue furono inizialmente di 6 miliardi, saliti, nel 2021, a 10. 

Nonostante ciò, a 7 anni dal terremoto, Amatrice è ancora un cantiere aperto con la ricostruzione che è ripartita, ma lentamente, dalle vicine frazioni dove molte ditte private hanno iniziato a ridefinire l’assetto urbano. Sono ancora molte le persone che vivono nei prefabbricati, a quasi un decennio da quella notte dove persero la propria abitazione. 

Presidente Rocca: “Restituire la dignità strappata”

Il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca è intervenuto oggi per ricordare il terremoto e fare il punto sulla situazione: “Stiamo lavorando per recuperare il troppo tempo perduto, anche per predisporre specifici bandi che possano offrire risposte immediate e concrete alle popolazioni interessate, anche nel senso di una ripartenza economica e produttiva. Abbiamo potenziato l'Ufficio speciale alla ricostruzione del Lazio, attivando una nuova piattaforma per il monitoraggio della ricostruzione pubblica e privata. Tutto questo per restituire alla comunità, in tempi rapidi e senza ricorrere a promesse irrealizzabili, infrastrutture ed edifici. Ma soprattutto la dignità strappata. Già troppo tempo è stato perso".

 

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