Attualità
Vivere in periferia come dentro una gabbia: la situazione degli adolescenti in Italia
Un'indagine fotografa una generazione costretta in casa mentre la media dei giovani fa sport o attività extrascolastiche
Alessandra Testori | 19 novembre 2025
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La mattina si svegliano per andare a scuola, passano la giornata in classe e poi vanno a casa. E basta. Questa è la giornata tipo della maggior parte degli adolescenti che vive lontano dal centro città, in quelle aree dimenticate dai cinema, dalle palestre, dai mezzi pubblici — dimenticate un po’ dalla città stessa. La condizione dei giovani che abitano in periferia è concretamente molto diversa da quella dei coetanei geograficamente (e spesso anche economicamente) più fortunati.

Infatti, secondo i dati emersi dall’indagine “Vivere da adolescenti in Italia”, realizzata da Demopolis e promossa da Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, la situazione dei giovani tra i 14 e i 17 anni residenti  in periferia è piuttosto sconfortante.

Che cosa fanno i teenagers oltre ad andare a scuola, nel proprio tempo libero? Incontrano gli amici, partecipano a corsi di musica, si allenano in piscina o nel campo di atletica. Vanno a prendersi un gelato in compagnia o guardano un film al cinema. Ebbene, tutto questo è possibile solo per i più fortunati, quelli che abitano nelle zone “belle” della città. Ma quelli che popolano i quartieri più lontani dal centro tendenzialmente se ne stanno a casa, tra il divano e la propria cameretta. Non è un quadretto da piccola fiammiferaia: i giovani residenti in periferia praticano il 31% di sport e il 34% di attività ludiche o creative in meno della media. 7 su 10 hanno dichiarato di stare semplicemente a casa.

Eppure le loro necessità e i loro desideri non sono diversi da quelli di tutti gli altri adolescenti: per il 78% la cosa più importante nella vita è la famiglia, seguita dalle amicizie (72%), dall’amore (62%) e dal proprio benessere psicologico (62%). Famiglia a parte, si tratta di ambiti difficili da coltivare — amicizie, amore, benessere — se si è destinati a rimanere entro le proprie quattro mura quasi ogni giorno. Non stupisce che il 43% dei ragazzi e delle ragazze che vivono in periferia sia pessimista riguardo al proprio futuro, contro una media del 33%.

Per questo è fondamentale che progetti come “Organizziamo la speranza” di Con i bambini continuino ad esistere a ricevere supporto: “Abbiamo avviato un grande cantiere educativo per cambiare in positivo la vita di bambini e adolescenti che vivono nelle grandi periferie”, ha spiegato Marco Rossi-Doria, presidente dell’associazione. Grazie all’iniziativa, infatti, è stato possibile riunire “tutti gli attori pubblici e privati per ridare speranza a cittadini, famiglie e ad un’intera generazione che è molto meglio di quanto si pensi”, con la prospettiva di cambiare concretamente il futuro di tanti adolescenti colpevoli solo di abitare “nella zona sbagliata”.

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