Attualità
Paolo Maldini: mezzo secolo di gloria
I cinquant'anni di un'icona del calcio mondiale
Roberto Bertoni | 26 June 2018

E siamo arrivati al mezzo secolo, caro Paolo Maldini! Cinquant'anni sono un traguardo invidiabile per chiunque, ma nel caso specifico costituiscono uno spartiacque fra un prima e un dopo. 

Paolo Maldini è stato uno dei simboli della mia giovinezza, il capitano della Nazionale di quando ero bambino, il capitano del Milan finché non ho concluso il liceo, colui che ha alzato la sua quinta Champions League a quasi trentanove anni, un simbolo di lealtà, correttezza, garbo e gentilezza che considero un onore aver potuto ammirare per oltre un decennio.

Maldini, emblema rossonero e simbolo del miglior calcio italiano, punto di riferimento per chiunque non si rassegni al declino cui stiamo assistendo in questi anni e ricordo indimenticabile di un'adolescenza vissuta avendo modelli positivi, in un calcio meno appariscente e più umile rispetto al luna park attuale. Non che anche allora non circolassero cifre da capogiro, ma c'erano ancora dei princìpi solidi, un'umanità che preservava le bandiere, una bellezza d'animo che ha consentito a Paolo, a Del Piero e a pochi altri di indossare la maglia di una sola squadra, amandola come se fosse una seconda pelle e facendosene interpreti lungo l'arco di una carriera straordinaria. C'era, in pratica, quella ricchezza interiore, quella nobiltà d'animo, quell'idea in base alla quale non tutto può essere mercificato che nella stagione corrente sembra essersi trasformata in un'utopia per ingenui, per sognatori, per persone di secondo piano, quando invece dovrebbe costituire un valore aggiunto per chiunque aspiri a ricoprire un ruolo di primo piano all'interno della società. 

Non a caso, una volta appesi gli scarpini al chiodo, Paolo si è ritirato, non ha accettato alcun incarico all'interno del nuovo Milan e non si è più fatto vedere, se non sporadicamente, in un mondo del calcio dal quale, non a torto, si sente tradito e deluso. Forse un giorno cominceremo a riflettere su ciò che abbiamo perso. Nel frattempo, gli rivolgiamo i migliori auguri, sperando che torni, perché noi non possiamo fare a meno di uomini così, patrimonio di tutti pur avendo giurato fedeltà a una sola, validissima causa.

Commenti