Cinema e Teatro
Babylon: le due facce del film di Chazelle
Un film dalla difficile valutazione: grande cast, soundtrack emozionante e colpi di scena, ma anche confusione, durata eccessiva e contenti (forse troppo) espliciti
Pier Francesco Salassa | 23 febbraio 2023

Già il titolo ci dice molto del film: Babylon, che letteralmente vuol dire “Babilonia”, è una metafora utilizzata per definire una società, uno stato o un'istituzione che assume in sé ciò che è considerato negativo nella natura umana. Non ci si può aspettare un film facile e tranquillo. La trama infatti è caotica, confusionaria, feroce. Ciò non ha reso il pubblico unanime riguardo al giudizio del film: come dice giustamente il sito di recensioni Rotten Tomatoes, “prendere o lasciare”. Un altro fatto che conferma questa discordanza è che la pellicola è candidata a tre Oscar, ma ha incassato appena 56,4 milioni di dollari al fronte dei 78 spesi per la produzione.

Pro e Contro

Proprio a causa di questa divergenza, possiamo individuare i pro e i contro del film. Partendo dai pro, il film offre un cast eccezionale composto tra gli altri da Brad Pitt e Margot Robbie. La trama è avvincente e spesso succedono fatti inaspettati. Infine la colonna sonora e i costumi sono spettacolari (non a caso il film è candidato agli oscar in queste due categorie). Passando ai contro il film è eccessivamente lungo (più di 3 ore) e in alcuni momenti troppo esplicito, infatti si fa spesso uso di droghe ed è talvolta molto volgare. Può essere invece sia un pro che un contro la trama caotica. Questo tipo di trama in alcuni casi  tiene gli spettatori attaccati allo schermo, sempre attenti, perché succedono tante cose in pochi minuti. In altri casi alcuni potrebbero odiare il film perché potrebbero perdere il filo della storia molto facilmente.

Critica

Per quanto riguarda la sceneggiatura e la regia, anche se molto particolari, sono entrambe grandiose, in particolare la sceneggiatura (anche in questa categoria il film è stato candidato agli oscar), per non parlare della colonna sonora, composta da Justin Hurwitz, che ha affermato di aver usato anche strumenti da circo e pianoforti rotti per trovare il “suono strano” che Chazelle stava cercando. Ha persino ammesso di aver usato una scimmietta con i piatti. Tuttavia ciò che è davvero incredibile è la resa degli anni ’20. Ogni cosa è stata ricostruita magistralmente. A volte però il film può risultare talmente caotico da far venire il mal di testa. Infatti, per esempio, nella scena finale vengono mandate sullo schermo immagini così rapidamente da non capire più nulla. Inoltre, il regista sembra voler denigrare totalmente il cinema e il periodo più in generale degli anni ’20, come quando, alla fine della scena iniziale, l’elefante che era l’attrazione principale di una festa defeca sulla telecamera. Il momento storico rappresentato ha segnato il passaggio dal cinema muto al cinema con il sonoro ed in alcuni punti non è stato reso perfettamente dal regista, anzi quasi con un certo disprezzo. In realtà forse quello che ci vuole dire Chazelle è che il cinema è una miniera d’oro, ma quella miniera è nata dallo sfruttamento e dall’abuso. Questo messaggio non è chiaro fino alla fine del film, e, addirittura, risulta difficile coglierlo.

Da molti elogiato da altri denigrato, Babylon non è il classico che film che si vede negli ultimi tempi. Una mossa azzardata che non è riuscita a rispondere a questa domanda: successo o fallimento?

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