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Girl Power, una finestra cinematografica sul femminismo nel 21° secolo
Una storia in grado di sensibilizzare, rendendoci partecipi di ciò che significa essere definiti “diversi” in una società come quella attuale
Sofia Deflorio | 29 maggio 2021

Viv è una sedicenne come tante, abituata a una quotidianità all’insegna di regole e atteggiamenti scomodi da ignorare, dove anche il liceo è una piccola gerarchia. Bisogna quindi imparare a riconoscere il proprio posto nella scala sociale e stare lontano dai guai: se si indossa una maglietta troppo scollata e vieni mandata a casa dalla dirigente scolastica è colpa tua per non aver scelto qualcosa di meno provocante; se un compagno di classe ti infastidisce in modo inopportuno non è di certo colpa sua, avrai attirato la sua attenzione in qualche modo. In una società dove tutto ciò viene visto come "normale", l’unica alternativa è trovare il coraggio di far sentire la propria voce.

La rivoluzione comincia a scuola

Girl Power - La rivoluzione comincia a scuola non è il solito coming of age movie rappresentate tipici drammi adolescenziali, bensì un vero e proprio inno al femminismo nel 21esimo secolo: un grido alla ribellione, al supporto femminile e la voglia di cambiamento tra le mura di scuola, rappresentato in una chiave tanto innocente quanto attinente alla realtà di ogni adolescente. In una quotidianità dove l’autocritica, le "piccole molestie" da parte dei ragazzi e la mancanza di considerazione sono a regola del giorno per ogni studentessa, le ragazze di Girl Power decidono di dire no nel modo migliore che esista: la scrittura. È così che nasce il giornalino scolastico femminista, un Incitazione a combattere il silenzio forzato della società urlando ogni ingiustizia su delle note punk rock; una rivoluzione tanto silenziosa quanto efficace, rappresentata da disegni di cuori e stelle sulle braccia.

Una storia in grado di sensibilizzare e dare allo stesso tempo uno spazio da protagonisti alla comunità nera, LGBTQ+ e alla disabilità, rendendoci partecipi di ciò che significa essere definiti “diversi” in una società come quella attuale.

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