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Franca Viola, la donna che ha cambiato la mentalità sullo stupro
Franca Viola, violentata da Filippo Melodia, è la prima donna italiana a ribellarsi a quest’atto scabroso, sconvolgendo con il suo rifiuto al matrimonio riparatore secoli di storia
Sabrina Cullotta | 21 febbraio 2022

È scandaloso aver ritenuto solo nel 1996 (15 anni dopo il caso di Franca Viola), a pochissima distanza da oggi, lo stupro verso la donna reato contro la persona e non solo contro la morale, alla quale non poteva considerarsi come rimedio il cosiddetto “matrimonio riparatore". Nell’articolo 544, ormai abrogato, si leggeva: "Per i delitti preveduti dal capo primo e dall'articolo 530, il matrimonio, che l'autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l'esecuzione e gli effetti penali". Traducendo, dunque, all'epoca la legge acconsentiva allo stupratore l’esenzione dalla pena purché avesse sposato la vittima; da lì l'espressione matrimonio riparatore, perché la fedina penale del reo in questa maniera rimaneva completamente pulita, rimanendo dunque, col consenso della legge, la sua azione completamente “giustificata”. Franca Viola, violentata da Filippo Melodia, è la prima donna italiana a ribellarsi a quest’atto scabroso, sconvolgendo con il suo rifiuto al matrimonio riparatore secoli di storia.

La vicenda

Franca Viola nasce ad Alcamo, in Sicilia, nel 1947. Figlia di una coppia di contadini, il 26 dicembre del 1965, all’età di 17 anni, venne rapita e violentata da Filippo Melodia. Totalmente indifesa, venne malmenata e tenuta segregata per otto giorni. Di fronte alla proposta di matrimonio riparatore, Franca e i suoi genitori decisero di opporsi a questa pratica ignobile, denunciando lo stupratore: “Mia figlia Franca non sposerà mai l’uomo che l’ha rapita e disonorata”, fu il commento di papà Bernardo. “L’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”. Nel 1966, un anno dopo il rapimento, iniziò a Trapani il processo. Nonostante l’accusa tentò più volte di screditare la ragazza, sostenendo che era consenziente alla fuga d’amore, i giudici si risolsero a condannare lo stupratore a 11 anni di galera. Da quel momento in poi molte ragazze, incoraggiate dall’azione di Franca, denunceranno i propri stupratori. Purtroppo, ancora in molti paesi del mondo, il matrimonio riparatore è un atto vergognosamente in usanza e che legalizza a tutti gli effetti la violenza di genere (Algeria, Angola, Bahrain, Bolivia, Cameroon, Eritrea, Gaza, Guinea Equatoriale, Iraq, Kuwait, Libia, Filippine, Repubblica Dominicana, Serbia, Siria, Thailandia e Tonga).

La sua importanza oggi

 Franca Viola, lottando strenuamente contro la mentalità corrotta dell’epoca, ha fatto sentire la propria voce e i propri diritti, sconvolgendo e quindi riformando una norma legislativa altamente inattuale, risalente ai tempi della Bibbia stessa. Questa è la storia di una donna che ha portato all’abolizione di una legge che equiparava la donna a un oggetto, a proprietà maschile, in volgari circostanze in special modo. È lecito ricordare che nessuna legislazione autorizza l’uomo a oggettificare e violentare la donna per i suoi interessi. La donna non è proprietà di nessuno, così come nessuno può costringerci ad amare qualcuno, specialmente chi non ci rispetta. Franca Viola divenne – e tuttora è – simbolo dell'emancipazione femminile in Italia, la donna che è riuscita a cambiare la mentalità di un Paese.

 

 

 

 

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