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Miliardi di stream falsi: Drake citato in una nuova causa contro Spotify
Redazione | 5 novembre 2025
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Gli ascolti di Drake sono stati portati come esempio di numeri impossibili

Photo Credits: The Come Up Show

Drake passa, suo malgrado, da una causa all’altra. Se quella intentata da lui contro Universal è stata archiviata, è lui questa volta ad essere stato citato in una nuova class action contro Spotify. Alla base dell’accusa ci sono gli streaming falsi che la piattaforma indirettamente consentirebbe e di cui Drizzy negli anni avrebbe abusato.

Domenica 2 novembre il rapper, nonché ex Death Row e cugino di Snoop Dogg, RBX, ha presentato una causa contro Spotify presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Centrale della California, a nome proprio e “a nome di tutti gli altri membri del pubblico che si trovano in una situazione analoga”.

Nei documenti depositati in tribunale, RBX accusa la piattaforma di aver consentito una frode immensa accettando miliardi di ascolti generati attraverso metodi illegali. E se la prende con Drake: “L’analisi dei dati mostra che miliardi di stream fraudolenti sono stati generati per le canzoni dell’‘artista più ascoltato di tutti i tempi, Aubrey Drake Graham, professionalmente noto come Drake”, si legge nel documento.

Secondo The DoggCousin la maggior parte degli ascolti registrati dalle canzoni di Drake tra l’inizio del 2022 e l’autunno del 2025 (37 miliardi) sarebbero in realtà stati generati da account bot. Il rapper non deve averci dormito la notte, visto che si è accorto di incoerenze peculiari nei dati di Spotify. Ad esempio, ha notato come in certi casi gli utenti di Drizzy avrebbero dovuto ascoltare solo la sua musica per ben 23 ore al giorno: una bella cifra, considerando che gli utenti reali ascoltano in media 10 brani al giorno per un totale di circa un’oretta.

Non solo, ma le aree geografiche da cui provengono gli utenti in questione sarebbero piuttosto ambigue e non giustificherebbero un volume tale di stream. Se non altro, la questione non è niente di personale tra lui e Drake, dal momento che “sebbene la frode relativa alle canzoni di Drake possa essere un esempio, non è un caso isolato.”

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In risposta alla nuova causa, un portavoce di Spotify ha rilasciato la seguente dichiarazione a XXL: “Non possiamo commentare su procedimenti legali in corso. Tuttavia, Spotify non trae alcun beneficio dal problema, che riguarda l’intero settore, dello streaming artificiale. Investiamo ingenti risorse in sistemi all’avanguardia per combatterlo e proteggere i compensi degli artisti, con misure come la rimozione degli stream falsi, la sospensione delle royalties e l’applicazione di sanzioni”.

“I nostri sistemi funzionano: in un caso dello scorso anno, un truffatore è stato incriminato per aver rubato 10 milioni di dollari ai servizi di streaming, di cui solo 60.000 provenivano da Spotify — una prova dell’efficacia dei nostri controlli nel limitare l’impatto dello streaming artificiale sulla nostra piattaforma”.

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