Kodak Black ha detto la sua sulla questione, in modo non troppo convincente
La questione della schiavitù è sempre stata uno di quegli argomenti delicati da non tirare fuori se non con indignazione. Questo è normale, se ci si pensa un attimo: l’unica reazione adeguata a un fenomeno come quello della schiavitù deve necessariamente essere l’indignazione. Ma questo Kodak Black l’ha imparato a sue spese.
In una delle sue dirette estemporanee e un po’ deliranti, infatti, Kodak ha deciso di affrontare l’argomento. Già l’incipit del suo rigurgito cognitivo non lasciava presagire niente di buono: “Noi neri siamo delle ca*** di femminucce”, esordisce, un po’ biascicando, “Amo anche voi che venite dall’Africa, odio solo quegli africani che si comportano come se fossero migliori degli altri…Voi africani non avreste mai dovuto vendere i n**i…Io non sono arrabbiato per la schiavitù. Anche i bianchi hanno reso schiave delle persone”.
Quello a cui si riferisce Kodak è il fatto, pacificamente assodato, che la schiavitù esisteva ben prima della colonizzazione europea delle Americhe e che le vittime della tratta sono state vendute da schiavisti locali ai compratori europei. Il punto è che se lo dici utilizzando quelle parole, mentre hai gli occhi a palla e poi inquadri anche le boccette di codeina sul tavolo commentandone il sapore (“è buona, sa di zucchero a velo”), be’, è facile che tu venga frainteso. Soprattutto in questo momento storico in cui di temi delicati e della loro censura si dibatte costantemente.
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Infine, è difficile essere presi sul serio come divulgatori di storia quando meno di un anno prima ci si è autodefiniti “giovane n***o con una dipendenza da meth” in un freestyle. Kodak, ti suggerisco di lasciare la lean sul tavolo e drogarti fino all’overdose di video di Alessandro Barbero. Chissà che la divulgazione storica non sia davvero la tua strada.




