Musica
Un sound internazionale e parole comprensibili anche a chi di inglese non ne mastica affatto, il tutto anche grazie ad un taxi speciale...
Un "mosaico" di pop-rock
Un sound internazionale e parole comprensibili anche a chi di inglese non ne mastica affatto, il tutto anche grazie ad un taxi speciale...
Chiara Colasanti | 1 agosto 2014

Come sono nati i Mosaico, perché proprio questo nome e come vi descriveresti per chi non vi conosce?
I Mosaico con questo nome e con questa idea sono abbastanza freschi, anche se noi tre suoniamo insieme da più di dieci anni: siamo partiti tutti facendo le cose che ci piacevano, ma di qualcun altro; poi c'era questa esigenza di scrittura, specialmente da parte mia. Ho spinto un pochino e ci siamo trovati subito d'accordo sul fatto che si poteva provare a fare un primo ep “di collaudo”, autoprodotto e “autotutto”! Nel 2009 è uscito questo primo ep che ha avuto il suo discreto riscontro e dopo, nel 2013, c'era un passo pronto da fare: avevamo un po' di brani, un po' di idee e cercavamo un produttore artistico. Abbiamo incontrato Livio, gli abbiamo fatto ascoltare i brani, alcuni gli sono piaciuti molto (una cosa che apprezziamo molto di Livio Magnini dei Bluvertigo, nostro produttore artistico, è il suo essere diretto: se non c'era nulla da fare quel brano andava accantonato senza pensarci due volte!) ed è stato bravo a tirar fuori quello che nemmeno noi eravamo così consapevoli poi di avere. I Mosaico con questo nuovo lavoro, di cui è uscito il primo singolo “Taxi” il 20 di giugno, sono riusciti a tirare un risultato pop/rock con dell'elettronica abbastanza ricercata. Lo stesso Livio ha detto che in Italia questa è una strada decisamente poco battuta: è stata aperta appunto dai Bluvertigo, dai Subsonica, ma attualmente sulla scena italiana non c'è una realtà del genere.

I vostri riferimenti per quello che riguarda ispirazione o apprendimento?
Come fai a distaccarti da personaggi come i Radiohead? Per me gli U2 con Brian Eno hanno fatto delle cose incredibili (poi uno o li ama o li odia!); l'energia dei Police; tanta musica inglese, più inglese che americana; per arrivare ai Coldplay, a Gotye, a Bruno Mars... In alcuni documentari Mogol diceva una frase che mi ha colpito tantissimo e che mi ha fatto dire “anche io voglio essere così”: diceva “la chiave del nostro lavoro era la libertà”. De Andrè diceva che “nessuno è libero” e siamo tutti schiavi di qualcosa, però il senso di non dover avere per forza dei picchetti e che abbiamo provato lavorando in studio con Livio, è stato davvero fantastico!

Cosa ci possiamo aspettare da questo lavoro in studio?
Sicuramente un po' di sorprese: i brani sono abbastanza diversi l'uno dall'altro; c'è una linea di fondo che li lega, però magari ci sono atmosfere diverse, ritmi diversi; qualche carezza qua e là, qualche pugno... Per noi le canzoni sono un'occasione, un'opportunità: quando sento certe canzoni italiane con certi testi mi chiedo “perché? Hai questa opportunità, questa visibilità e la sprechi scrivendo canzoni vuote?”. Quando ho il foglio bianco davanti lo vedo innanzitutto come una esperienza eccitante; poi come una possibilità davvero: tutto deve essere al servizio di quella possibilità lì! Non ce ne frega se la voce non fa sentire l'estensione di tre ottave o se la chitarra non fa gli assoli ai limiti dell'umano: se è il caso che quello che racconti necessita questa cosa, allora sì, altrimenti meglio evitare!

C'è una domanda che vorreste sentirvi fare e che nessuno ancora vi ha fatto, ma a cui vorreste poter rispondere per parlare di qualcosa che vi sta a cuore?
Questa domanda!
Se ci chiedi se siamo presuntuosi ti dico di no; ma se ci chiedi se ci sono situazioni in cui ti devi difendere ti dico di sì!
Ecco, una domanda che mi piacerebbe sentirci fare potrebbe essere questa qui: se poteste esprimere tre desideri quali sarebbero? Io i miei tre ce li ho; parlo per me al momento, ma penso che alcuni combacino: il primo è non dovermi difendere, non dovermi nascondere, specie per quel che riguarda la scrittura; il secondo, come tutti, è avere la possibilità di esprimersi al massimo e il terzo è riuscire ad arrivare alle persone, a tenere compagnia alle persone e scuoterle o accarezzarle, anche senza toccarle fisicamente. Puoi far viaggiare con la fantasia le persone anche senza essere lì: ogni volta che ci penso è un'emozione!

Ecco dove seguirli su Facebook e il link dove vedere il video di Taxi:
https://www.facebook.com/mosaicopop

http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/mosaico-da-milano-su-un-taxi-internazionale/171270/169807 … e se fossi in voi terrei sott'occhio il dettaglio della sveglia!

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