Scienza
Le cellule della pelle comunicano tra loro: la nuova straordinaria scoperta
Lo studio del team del prof. Steve Granick dell'Università del Massachussets
Leonardo Durante | 3 novembre 2025
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Immaginate una notte tranquilla, il cielo stellato sopra di voi e un leggero vento che vi accarezza la pelle. Questo organo straordinario che ci avvolge e ci protegge è molto più di una semplice barriera: è un mondo vibrante di attività, comunicazione e, come recenti scoperte suggeriscono, di grida silenziose. La pelle umana è composta principalmente da cellule epiteliali che formano la prima linea di difesa del nostro corpo contro l’ambiente esterno. Fino a poco tempo fa si pensava che queste cellule fossero semplici mattoni di muro protettivo.

Ma la scienza ha svelato una realtà ben più complessa e affascinante: un team di ricercatori dell’Università del Massachussets guidato dal Prof. Steve Granick ha fatto una scoperta sorprendente: le cellule epiteliali comunicano tra loro attraverso segnali elettrici lenti ma persistenti. Quando una di queste cellule subisce un danno invia un segnale a quelle vicine, una “sorta di grido silenzioso”, che si propaga per avvisare dell’infortunio. Granick descrive questo fenomeno come una conversazione lenta ma eccitata tra le cellule; un dialogo molto più a lungo degli impulsi nervosi tradizionali.

Un fenomeno completamente sconosciuto fino ad ora, che i ricercatori hanno osservato sviluppando un chip speciale, rivestito con uno strato di cheratinociti umani, le principali cellule dell’epidermide. Utilizzando un laser hanno simulato una lesione sulla pelle artificiale e grazie ad una rete di elettrodi hanno monitorato le variazioni elettriche che ne sono seguite. Hanno così scoperto che il segnale si propagava a una velocità di circa 10mm al secondo, raggiungendo distanze notevoli rispetto al punto d’origine.

Questa scoperta potrebbe portare allo sviluppo di dispositivi medici innovativi come sensori indossabili o bende elettroniche che accelerino la guarigione delle ferite. Inoltre comprendere questo linguaggio cellulare potrebbe rivoluzionare il modo in cui trattiamo le lesioni cutanee e migliorare le nostre strategie di cura.

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