Scuola
PNRR, vi diciamo noi come spenderlo
Siamo sicuri che la scuola italiana abbia bisogno di digitalizzazione? Ecco come vorremmo che fossero spesi i fondi del PNRR destinati a noi
II B Liceo Dante Alighieri di Roma | 4 marzo 2023

Installare laboratori di metaverso in scuole pe ricolanti e piene di barriere architettoniche: è il paradosso dei fondi destinati alla scuola nell’ambito del PNRR. Il Piano Nazionale di Ripresa e Re silienza si prefigge l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare la scuola, ma le linee guida sono molto stringenti: è previsto che un minimo del 60% dei  fondi venga stanziato per l'acquisto di dotazioni  digitali; un massimo del 20% per l'acquisto di arredi innovativi e altrettanto per il contrasto alla  dispersione scolastica. Ma così il rischio è quello  di dotare le scuole di laboratori super all’avanguardia che i professori non saprebbero usare; di realizzare aule multimediali senza pensare prima alle barriere architettoniche, alle palestre scadenti, ai giardini lasciati all’abbandono e ai professori precari e sottopagati. Abbiamo realizzato una piccola inchiesta in classe per capire come noi studenti e studentesse vorremmo spendere i  soldi se avessimo la possibilità di decidere.  

Quello della tecnologia con una scadenza troppo ravvicinata, è un problema che la scuola italiana conosce bene. Basti pensare al caso delle LIM, le lavagne interattive entrate a far parte delle classi  2.0 nemmeno un decennio fa e ora già soppiantate e sostituite nella maggior parte degli istituti  dai nuovi monitor touch, le cosiddette dashboard. Attraverso il PON “Per la scuola. Competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020, le istituzioni scolastiche di tutta Italia hanno acquistato i monitor interattivi e cestinato in men che non si dica le vecchie LIM. Il rischio, insomma, è che anche con i fondi in arrivo dall’Europa si finisca per acquistare tecnologie destinate a finire nel dimenticatoio in men che non si dica.

Cosa ne pensano gli studenti?

"La tecnologia invecchia troppo velocemente e in più i professori spesso non sono in grado di utilizzarla". (Maddalena)

"Sulla carta, la scuola è attrezzata tecnologicamente ma non penso sia questo il vero problema. Nella nostra scuola ad esempio le classi sono molto piccole, c'è addirittura una classe che fa lezione in palestra e spesso dobbiamo fare ginnastica all'aperta". (Erica)

"Bisognerebbe cominciare dall’edilizia e da percorsi extrascolastici come corsi di lingua o di giornalismo che facciano della scuola un punto di riferimento per tutta la società." (Emma)

"Penso che venga investito troppo poco nelle infrastrutture. Perché investire tanto su una sicurezza temporanea come la tecnologia e poco sull'edilizia? A scuola vorrei vedere anche corsi pomeridiani sul metodo di studio. Invece di attività poco aderenti con l'istruzione, penso possa essere utile fare corsi che ci insegnino a studiare. Sarebbe uno strumento davvero potente per combattere la dispersione scolastica".(Andrea)

"Penso che il 60% nella tecnologia sia troppo. In Italia la vera urgenza sono la dispersione scolastica e l'edilizia. Le tecnologie durano 1, 2 anni; punterei su qualcosa di più strutturale e duraturo. Dal punto di vista digitale, invece, penso sia davvero necessario istituire corsi di formazione per i docenti". (PierFrancesco)

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