Scuola
Scuola, si rientra in classe: ecco il calendario delle Regioni
Manca sempre di meno all'inizio dell'anno scolastico 2023/2024
Redazione | 17 agosto 2023

Fra due settimane alcune scuole italiane riapriranno per dare il via all'anno scolastico 2023/2024: ultimi giorni di riposo per professoresse e personale scolastico. La maggior parte delle lezioni avranno inizio il 13 settembre, ma non mancano, come sempre, le eccezioni, in base alla Regione d'appartenenza. 

I primi a tornare fra i banchi saranno gli alunni residenti nella provincia autonama di Bolzano: per loro la prima campanella suonerà il prossimo 5 settembre e l'ultima il 14 giugno (più tardi rispetto alla maggioranza delle altre zone dove le lezioni termineranno una settimana prima, il 7 o l'8 giugno). I ragazzi residenti in questo territorio, però, potranno usufruire di più pause durante l'anno: è prevista la chiusura degli istituti non solo durante le vacanze di Natale e di Pasqua, ma anche per Carnevale (dal 10 febbraio al 18) e ponti più lunghi (dal 28 ottobre al 5 novembre e il 26 e 27 aprile). 

Gli ultimi invece a tornare in classe a settembre saranno invece gli abitanti dell'Emilia Romagna, Toscana e Lazio che inizieranno dieci giorno dopo Bolzano (il 15). Il primato quindi dell'inizio posticipato delle lezioni passa dalle Regioni del sud Italia (che, anche per questioni metereologiche, cercavano negli anni precedenti di spostare di qualche giorno l'inizio delle lezioni) a quelle del centro Italia. La Toscana concluderà l'anno scolastico il 10 giugno 2024, mentre la maggioranza dei territori chiuderà i battenti sabato 8 giugno (o il 7 in caso di scuole dove le lezioni vengono svolte dal lunedì al venerdì). 

Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche (che chiuderà il 6 giugno), Sicilia, Umbria e Veneto inizieranno il 13 settembre, Provincia Autonoma di Trento, Valle D'Aosta e Piemonte inizeranno l'11 settembre, il giorno dopo sarà invece il turno della Lombardia. 

Queste date si riferiscono alla scuola primaria e secondaria e vengono scelte quindi dalle singole Regioni. Non mancano quindi le eccezioni per gli istituti superiori di II grado. 

 

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