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Calcio e Coronavirus. Qualunque scelta sarebbe contro i tifosi
Le ipotesi e gli scenari di ripresa della Serie A. Ma non si tengono in considerazione gli spettatori
Matteo Luvisi | 9 aprile 2020

Il grande caos che ha colpito il nostro Paese e tutto il resto del mondo a causa del Coronavirus ha toccato inevitabilmente  anche il mondo del calcio con la sospensione dei campionati di ogni paese, e l’interruzione delle competizioni europee come la Champions League e l’Europa League, e la posticipazione dell’Europeo all’estate del 2021.

Lo scenario attuale è di totale incertezza: inizialmente si sono ipotizzate date irrealistiche sulla ripresa dei campionati, ad oggi le ipotesi più accreditate sono tre: la prima prevede lo svolgimento delle restanti 12 giornate nel periodo compreso tra i mesi di giugno e luglio a porte chiuse, inoltre tutti gli addetti ai lavori (circa 300 per ogni evento) dovranno indossare la mascherina.

La seconda ipotesi è quella di trasferire tutte le squadre per 45 giorni nella Capitale, dove si svolgeranno tutte le partite in programma per concludere la stagione. La terza è quella di riprendere a settembre; ipotesi che va incontro a numerose problematiche, dall’Europeo 2021 alle azioni legali che le società potrebbero intraprendere.

Altri sport come basket e volleyball, hanno optato per la chiusura dei campionati, soluzione difficile da adottare per Il calcio a causa della maggiore quantità di denaro che circola intorno a esso: l’annullamento della stagione per tutte le società calcistiche risulterebbe una perdita economica notevole, la quale potrebbe sfociare in un'infinità di cause legali che potrebbero compromettere l’inizio della prossima stagione.

Un altro tema che è stato affrontando nel corso delle ultime settimane è il taglio degli  stipendi che la Federazione  ha richiesto a tutte le società eccetto la Juventus, la quale  attraverso un accordo tra la dirigenza e il capitano Giorgio Chiellini (rappresentante della squadra) aveva già adoperato un taglio alla loro retribuzione dei calciatori bianconeri; l’associazione italiana calciatori (AIC) ha espresso il suo disaccordo riguardo all’imposizione del provvedimento da parte della FIGC che richiede la diminuzione di 1/3 della retribuzione totale lorda in caso di ripresa del campionato, e di 1/6 in caso di non ripresa.

Una situazione davvero complicata quella che è costretta affrontare il mondo del calcio, tutte le ipotesi che sono state pensate si concentrano principalmente di mettere una pezza dal punto di vista economico ma vanno totalmente contro il vero calcio, fatto da tifosi allo stadio, calciatori che dopo aver segnato si possano abbracciare e festeggiare insieme.

 

                                                                                             

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