Attualità
Case di ricordi
Non è vero che "Casa" è il posto dove non esistono burrasche; al contrario: è qui che imperversano le tempeste più violente, dentro di noi
Gaia Canestri | 8 giugno 2020

Costruire una casa, tre semplici parole. A scuola da piccoli ci insegnano che la casa è il posto sicuro dove siamo protetti, riparati, accolti, il posto dove non esistono burrasche. A volte mi chiedo se sia veramente così, se ce lo insegnano perchè saperlo è parte del processo, o se perchè in fondo è ciò che tutti speriamo.


Per alcuni casa vuol dire prigione, condanna, dolore, cicatrici, e persino morte. Centinaia e centinaia di persone sono costrette a rimanere nella stessa dimora dei loro carnefici, di chi li ha fatti soffrire. E chi invece una casa non ce l'ha? Milioni di persone non sanno neanche cosa voglia dire avere un tetto sulla testa.


Forse però il termie "Casa" non indica solo quattro mura e un tetto; ognuno di noi ha la propria "casa". C'è chi come posto sicuro ha un edificio, chi un luogo, magari un paesaggio, e chi ha un persona. A me piace pensare che Casa sia un ricordo, anzi più di uno, non solo quelli che ci hanno fatto sorridere, ma anche quelli che ci hanno fatto piangere. Così ogni frammento dei momenti passati costituisce una stanza, un porta, un oggetto, lo stipite di una finestra. Le fondamenta della nostra casa sono i ricordi negativi: sono riposti nelle profondità, ma su quelli nel tempo abbiamo costruito solide pareti; abbiamo imparato che l'unica via di fuga da questi è proprio renderli i basamenti dei nostri ricordi migliori. I ricordi positivi sono le mura: nel tempo sono diventate abbastanza resistenti da proteggerci dal freddo, dalla pioggia e dal vento troppo forte. Sugli scaffali sono riposti come trofei i momenti memorabili, quelli speciali, quasi racchiusi in palle di vetro come souvenir; poi nascosti negli angoli dietro i mobili, come la polvere che si accumula, i ricordi dolorosi. 

Ogni tanto ci viene voglia di cambiare la disposizione dei nostri oggetti, e - spostandoli - la polvere che si era ammassata dietro di loro, si solleva e i ricordi riaffiorano. Così la frenetica caccia alla sistemazione perfetta finisce. Per quanto ci sforzeremo di evitare la polvere negli angoli, lei sarà sempre lì, come un promemoria che continuiamo a rimandare; forse dovremmo solamente occuparcene una volta per tutte, fare una bella pulizia generale. Con il tempo questa ritornerà o se ne creerà di nuova, ma fa parte del processo, vuol dire crescere, andare avanti, migliorarsi ed accettarsi.


Non è vero che "Casa" è il posto dove non esistono burrasche, al contrario, è qui che imperversano le tempeste più violente, dentro di noi; e a volte per far sì che la pioggia cessi abbiamo bisogno di un aiuto, abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a ricostruire la nostra dimora. In fondo costruire una casa non è così difficile, incosciamente ognuno di noi ne possiede già una, una casa che cambia ogni giorno, si evolve ogni giorno e che ogni giorno impareremo a rassettare e amare; ma soprattutto impareremo che l'importante non è vivere nella nostra casa, ma viverla, giorno dopo giorno.

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