Attualità
La scuola che tiene vivo il paese
A San Costantino Calabro l’Istituto Comprensivo è l’unico luogo di aggregazione. E chi immaginava che l’Unione Europea pensasse anche a noi!
Anastasia Denami, Jasminne El Khattabi, Michele Famà, Giuseppe Spinoso, Giuseppe Cutuli | 8 novembre 2022

San Costantino Calabro, Jonadi e Francica sono tre piccoli paesi in provincia di Vibo Valentia in cui oltre alla scuola non c’è quasi nulla. Per noi giovani mancano attività e luoghi di aggregazione ma l’Istituto Comprensivo riesce a colmare quel vuoto con proposte e occasioni di crescita. Molte di queste sono realizzate grazie ai fondi dell’Unione Europea come quelli stanziati per il ciclo di programmazione 2014-2020 nel settore “Istruzione e formazione”, ad esempio con il Programma Operativo Nazionale (PON) del Miur, intitolato Per la Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento, un piano di interventi che punta a creare un sistema d'istruzione e di formazione di elevata qualità grazie alla politica di coesione UE. Non avremmo mai pensato che l’UE avesse aiutato proprio la nostra piccola scuola! Ne abbiamo parlato con la nostra dirigente scolastica, la preside Luisa Vitale, che ci ha spiegato che la politica di coesione dell’UE serve proprio per cercare di limitare le differenze tra territori e quindi di aiutare proprio piccole scuole come la nostra.

 

Preside, come sono stati spesi i fondi dell’Ue per la nostra scuola?

In parte sono stati già spesi, in altra parte sono in via di spesa. Per quanto riguarda i primi, abbiamo acquistato digital board (lavagne elettroniche di ultima generazione) e realizzato il cablaggio fisico e della rete wi-fi in tutti i plessi dell’istituto. Stiamo anche realizzando una serra con la possibilità di raccogliere le acque piovane per l’autoirrigazione e a breve acquisteremo gli arredi per tutte le scuole dell’infanzia.

 

Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) ha consentito l’acquisto delle LIM (lavagne interattive multimediale) per la “diffusione della società della conoscenza nel mondo della scuola e della formazione e adozione di approcci didattici innovativi”. Qual è l’importanza delle Lim e delle digital board?

Penso che lo possiate spiegare meglio voi di me: sono tecnologie molto vicine alla vostra modalità di comunicazione e ai vostri linguaggi. Attraverso un clic avete a disposizione una serie di informazioni che il libro cartaceo non può fornirvi in maniera tempestiva. 

 

Sempre nell’ambito del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) relativo alla programmazione 2014-2020, sono stati stanziati per la nostra scuola dei fondi “web e didattica”. Per cosa sono stati impiegati?

In parte per l’acquisto delle digital board e in parte per il cablaggio. La nostra capacità di decisione è necessaria per individuare le necessità dei singoli istituti scolastici ma sia l’Ue che il Ministero dell’Istruzione finalizzano i fondi quindi non siamo completamente liberi. Ci muoviamo all’interno di confini.

 

Abbiamo letto che il progetto Io... tu... noi... insieme si può è stato invece dedicato alla “riduzione del fallimento formativo precoce e della dispersione scolastica e formativa per sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia consapevoli che investire nell’istruzione può favorire il contrasto nel reclutamento di manovalanza tra i giovani nella criminalità organizzata”. In che modo la scuola può combattere la mafia?

Sono fortemente convinta che uno degli strumenti più validi ed efficaci per contrastare la mafia sia la scuola perché fornisce formazione, istruzione e conoscenza. Attraverso la conoscenza riusciamo a contrastare le pratiche illecite contrarie al vivere civile. A scuola dobbiamo insegnare a vivere civilmente e ad essere buoni cittadini prima ancora che buoni studenti.

E allora grazie a lei preside e anche all’Unione Europea!

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