Attualità
Brexit tre anni dopo: il rimpianto dei cittadini britannici
La crisi economica e il malcontento dei cittadini britannici a tre anni di distanza dal divorzio con l'UE
Maddalena Scocco | 28 febbraio 2023

Sono passati tre anni dalla concretizzazione della Brexit e da quel momento molte cose sono cambiate. La convinzione del 2016 che l'uscita dall'Unione europea avrebbe aperto alla Gran Bretagna nuovi mercati e riacceso l'entusiasmo per la sovranità riacquistata stanno da tempo vacillando. L'uscita dall'Unione Europea, infatti, non è più vista come una buona idea dalla maggior parte della popolazione britannica.

La Brexit tra indagini e sondaggi

Il Fatto quotidiano riporta un'indagine (European Social Survey) della City University di Londra, secondo la quale tra il 2016 e il 2022 il desiderio di lasciare l'UE sia sceso di 9 punti in Italia, 4.6 in Spagna e 2.6 in Germania. Ha contribuito a questo cambio di rotta anche la consapevolezza dell'importanza di restare uniti, risvegliata dall'attacco russo all'Ucraina. Nello stesso Regno Unito c'è chi pensa che la Brexit non sia stata una buona idea: un recente sondaggio di YouGov rivela infatti che il 56% della popolazione ritiene che sia stato un errore lasciare l'UE.

Le conseguenze economiche 

Oltre alla guerra, anche l'instabilità economica e l'impennata dell'inflazione che si sta verificando in Gran Bretagna sono motivo di rimorso per la popolazione inglese. A oggi infatti il Regno Unito è l'unico membro del G7 (del quale fanno parte anche Italia, Francia, Germania, Canada, Giappone, Stati Uniti) con un'economia più piccola rispetto a prima della pandemia. La Brexit non ha aiutato né le imprese britanniche nei rapporti commerciali né le società straniere che hanno utilizzato la Gran Bretagna come base europea. L'aver divorziato dall’Unione Europea sta pesando tanto sulle importazioni che sulle esportazioni, indebolendo gli investimenti e contribuendo alla carenza di manodopera. Se dal 2021 sono state eliminate le tariffe sulla maggior parte delle merci, sono stati tuttavia introdotti controlli alle frontiere, controlli doganali, dazi all'importazione e ispezioni sanitarie sui prodotti vegetali e animali. I ricercatori della London School of Economics (LSE) stimano che la varietà di prodotti del Regno Unito esportati nell'Unione europea sia diminuita del 30% durante il primo anno di Brexit. La Brexit non è la causa della crisi del costo della vita alla quale si sta assistendo nel Regno Unito, ma non aiuta di certo a risolvere la situazione. È eccessivo affermare, come dichiarato dal noto attore britannico Hugh Grant, che: "la Brexit è stato come spararsi in pieno volto", ma chissà se oggi gli inglesi voterebbero diversamente.
 

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