Attualità
Com'è nata la catena di sant'Antonio
Truffe a catinelle. Anzi a catene
Com'è nata la catena di sant'Antonio
Luca Pizzimenti | 26 maggio 2014
Le catene di sant’Antonio hanno ispirato a Charles Ponzi, immigrato italiano in America degli anni Venti, un sistema per truffare decine di migliaia di persone. Questo metodo consisteva nel promettere guadagni notevoli in cambio di un piccolo investimento a breve termine. Tutto quello che bisognava fare era inviare una piccola somma di denaro ad una data persona o società, che dopo poco tempo restituiva parte dell’investimento, facendo credere che il sistema funzionasse e fosse onesto. Così, credendo di poter aumentare il ritorno economico, l’investitore segnalava l’affare ad altre persone, le quali, a loro volta, cadevano nell’inganno. Dopo che le richieste di rimborso superavano i nuovi versamenti, il pagamento degli interessi si interrompeva, con l’ideatore che tagliava ogni comunicazione e fuggiva con la considerevole somma guadagnata. Ponzi riuscì a truffare 40000 persone, guadagnando più di 15 milioni di dollari. Inutile dire che, dopo qualche tempo, venne scoperto dalle autorità ed incarcerato.
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