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Arbitro-pioniera
Maria Grazia Pinna è stata il primo arbitro donna in Italia. È anche grazie a donne come lei che i pregiudizi di genere vengono meno
Chiara Ricciutelli e Flaminia Proietti | 18 marzo 2021

Celebrare il mese della donna significa mettere in luce tutte le ingiustizie che ancora persistono nella nostra società in merito alla questione di genere; ma significa anche e soprattutto mettere in luce le potenzialità e i traguardi che le donne possono esprimere. La vera parità si avrà solo quando non esisteranno più ambiti prettamente maschili, in cui le donne non possono avere voce in capitolo. Politica, sport, letteratura, tecnologia, scienza, motori: le donne possono e devono parlare e agire al pari degli uomini ed essere prese sul serio per i propri contenuti e la propria professionalità. È grazie a donne coraggiose e pioniere in ambiti in cui la componente femminile è decisamente minoritaria, come Maria Grazia Pinna, che il cammino verso la parità di genere e l’abbattimento di pregiudizi e stereotipi va avanti.

Pinna è stata il primo arbitro donna in Italia: nel febbraio del 1979, vedova con due figli, ha fatto l’esordio da arbitro in una partita di calcio e la dirompenza di questo evento suona incredibilmente moderno ancora oggi, se pensiamo che solo nel 2020 un arbitro donna ha calcato i campi da calcio della Champions League.

Marzo è il mese delle donne. Secondo noi di Zai.net il miglior modo per combattere i pregiudizi di genere è quello di portare a esempio donne come lei, pioniere in ambiti prettamente maschili. Lei si sente di appartenere a questa categoria di donne che contribuiscono a sradicare i pregiudizi maschili?

Sì, oggi mi sento di appartenere alla categoria delle donne che ha contribuito a sradicare i pregiudizi maschili. Mi sento più forte di prima anche se sarebbe un errore pensare di aver raggiunto un traguardo. Si deve combattere molto, la nostra società è ancora estremamente maschilista.

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