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Donne e motori
Chi ha stabilito che i bikers devono essere necessariamente uomini?  Al giorno d’oggi sono molteplici, infatti, le donne che si interessano al mondo delle due ruote e che lottano continuamente per porre fine ai falsi miti sulle donne alla guida. “Donna al volante pericolo costante”, dice un vecchio proverbio, che molte associazioni di bikers donne stanno cercando di smentire. 
Denise Guglielmini | 2 May 2022

Quante volte le donne sono state escluse dal mondo dei motori? Non è possibile identificare un limite. 

Da sempre, infatti, le donne sono soggette a pregiudizi e stereotipi che raffigurano la donna come colei che si dovrebbe dedicare solo alla cucina o al make-up. Ma chi ha stabilito che i bikers devono essere necessariamente uomini?  Al giorno d’oggi sono molteplici, infatti, le donne che si interessano al mondo delle due ruote e che lottano continuamente per porre fine ai falsi miti sulle donne alla guida. “Donna al volante pericolo costante”, dice un vecchio proverbio, che differenti associazioni di bikers donne stanno cercando di smentire. 

Come testimoniano pluralità di statistiche e sondaggi, le selle si stanno sempre di più tingendo di rosa, formando associazioni e raduni. “InMoot.it” è, infatti, la prima rivista in Italia sul mondo delle due ruote che si dedica a proporre quotidianamente interviste e news ed è ulteriore testimone dell’aumento progressivo delle motocicliste.

Anche nel resto del mondo le centaure stanno prendendo il sopravvento, dimostrando che la tendenza può essere cambiata. Negli USA, per esempio, una donna su cinque possiede un motoveicolo ed è proprio il genere femminile a influenzare (nell’85 per cento dei casi) l'acquisto di una due ruote; lo dice la rivista “Forbes” che pubblica una ricerca condotta dall'associazione Motorcycle Industry Council. 

Ma cosa spinge una donna a comprarsi una moto? La risposta è semplice: la felicità. 


La moto regala senso di libertà, indipendenza e benessere. Le donne individuano un incontestabile senso di appartenenza al mondo dei piloti, sono stanche di essere sedute sulle selle posteriori, vogliono zittire personalmente il mondo sentendo solo il rumore della marmitta. 

Anche per la donna, dunque, la moto sta acquistando valore: non è più solo un mezzo di trasporto, è una vera e propria “evasione”. Il semplice “giro in moto” non assume solo un significato di svago, sta iniziando ad essere un autentico piacere femminile (sempre nei limiti della sicurezza stradale), in quanto rende libere e aumenta la sicurezza in se stesse.

Andare in moto non è semplicemente muoversi da un posto all’altro, è simbolo di condivisione, di emancipazione e di lotta contro i pregiudizi, perché tutti possono fare quello che amano e le donne amano davvero le moto. Molte associazioni di motocicliste, infatti, sono nate con lo scopo di sfruttare la passione comune per denunciare i problemi della società in cui vivono e, spesso, si tratta di una società arretrata e maschilista. Le donne sono salite in sella e hanno viaggiato il mondo su due ruote per poter diffondere i loro principi, stimolate anche dal raggiungimento del diritto di guida che le donne dell’Arabia Saudita hanno conseguito nel 2018, a seguito di una lunga battaglia per l’uguaglianza. 

Il quotidiano “La Repubblica”, infatti, ha dedicato alle motocicliste un intero articolo pubblicato l’8 marzo 2021, in occasione della festa della donna, per rendere omaggio a tutti i club delle bikers che hanno reso possibile far viaggiare l’empowerment femminile su due ruote. Il quotidiano ci fornisce un’ampia visione della situazione delle “selle rosa” nel mondo intero, procurando forti testimonianze, come: BikerX in Italia, la prima scuola guida sicura su strada certificata FMI (Federazione Motociclistica Italiana) fondata da una donna; in Venezuela dominano le Ratgirls che viaggiano sui loro motori per ridurre il pericolo di aggressioni; le Women on Wheels pakistane con lo scopo di annullare i tabù, gli stereotipi e le distinzioni nette tra hobby maschili e hobby femminili, cercando di abbattere il muro d’ignoranza e di mentalità chiusa (sono riuscite a coinvolgere più di 5mila partecipanti); in India le Biking Queens, nel 2019, hanno raggiunto in moto Londra in 89 giorni, attraversando 21 Paesi con lo slogan “Ride for Women’s Pride" e, più recentemente, in relazione all'emergenza sanitaria Covid-19, hanno supportato le comunità locali distribuendo beni di prima necessità.
 
Anche in Australia le The Bendigo Girl Riders, un gruppo di donne segnate da storie drammatiche di violenze domestiche, sfrecciano insieme spinte dalla voglia di riscatto e di riprendere in mano la loro vita; in Zimbabwe le motocicliste sfruttano i motori elettrici, i cosiddetti “Hamba”, per poter portare con più facilità l’acqua potabile a casa; ed infine, anche negli Stati Uniti si è formato il club di bikers, Caramel Curves, di cui fanno parte le ragazze di New Orleans, dalle personalità eccentriche e dagli outfit sgargianti, che organizzano iniziative culturali e sociali. Tutte queste donne sono ulteriori testimonianze che l'eleganza femminile non prevede solo un paio di tacchi e un buon trucco.

“La moto è da maschiaccio, perdi la tua femminilità”, questo è uno dei tanti miti, infatti, che le motocicliste voglio sfatare. Per molte persone, purtroppo, la coppia donna-moto esiste solo nel momento della pubblicità, in cui modelle in bikini si fanno fotografare vicino alle moto, oggettivamente bellissime, ma un po’ ridicole se paragonate a due occhi femminili che ti scrutano dalla visiera.

Il mondo in cui viviamo non è pronto per capire che la donna ormai, per quanto “gentil sesso” sia considerata, sta iniziando a sviluppare l’aspetto energico e l’implacabile voglia di affermarsi, mettendo in mostra tutte le sue potenzialità. Giudicate da sempre di non essere degne di guidare una moto, per peso, altezza, o perché troppo esili, le donne, oggi più che mai, stanno riacquistando fiducia in se stesse con la convinzione di riuscire a cambiare il mondo avendo tra le mani un semplice manubrio.

È inutile differenziare motociclisti uomini e donne, entrambi sono accumunati dalla stessa esigenza di voler sentire il motore appena acceso, di sentirsi liberi e invincibili sulla sella: il cuore di qualunque motociclista, qualunque sia il genere, non si misura in pulsazioni, ma in numeri di giri. 

La moto è un legame profondo che non unisce soltanto degli ingranaggi ad un cuore umano, ma anche più cuori umani tra loro, è un simbolo di solidarietà e l’unica cosa che possa esistere migliore di una moto da strada, è una donna che ne guida una. 

   

 
 

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