In un campo profughi, in quello che rimane di una casa distrutta o in una tenda: la poesia non ha luogo, nè origine o religione. A raccontarlo è "Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza", una raccolta di testimonianze sottoforma di poesia edita da Fazi Editore che racconta ciò che è successo in Palestina dopo il 7 ottobre 2023.
Poesia è resistenza, denuncia, salvezza
"Ci resta solo la poesia per documentare il dolore e far arrivare la nostra voce al mondo. Anche se il genocidio viene trasmesso in diretta tv sugli schermi, la poesia racconta i particolari a cui nessuno fa caso" dice Yousef Elqedra, uno dei poeti che scrive versi sotto i bombardamenti.
Potremmo chiederci perché scrivere poesia in un momento tanto delicato, ma le risposte sarebbero infinite. La poesia è in primo luogo un atto di resistenza, si immagina spesso l'arte come qualcosa di frivolo, che ci intrattiene e ci strappa una risata, ma l'arte è storicamente anche l'unico l'atto di resistenza che non si riduce a qualche riga sui libri di scuola, ma vive negli occhi, nelle orecchie e nella voce di chi la osserva e la rivive nei secoli, crescendo di significato e potenza tanto più ci si allontana da quel primo momento di resistenza. Quando ogni diritto è negato, persino quello alla vita che è il più antico, rimane la poesia, che dopo la resistenza diventa denuncia. Qualche uomo potrà impedire alle televisioni di mostrare al mondo cosa succede davvero a Gaza, potrà impedire ai giornali di raccontare la verità e convincerci che "tutto quello che accade è per la difesa", che non avrebbero mai raso al suolo una popolazione intera se non fosse stato strettamente necessario; quello che non potrà fare è impedire a chi sotto i bombardamenti ha perso lavoro, casa e famiglia di imprimere sulla carta, e per sempre nella storia, la verità di un genocidio che conosce precedenti solo in quella che è stata definita la "cancellazione di massa più grande della storia".
Quando resistenza e denuncia non bastano più la poesia diventa l'unico atto di salvezza possibile, una testimonianza che rompe ogni epoca e confine, immortale nel tempo e nella memoria di chi verrà.
Le 32 poesie da Gaza sono più di ultimo grido di salvezza, sono la possibilità per ognuno di noi di allontanarci di qualche passo dall'indifferenza che ha caratterizzato e continua a caratterizzare l'intero mondo, spettatore di un conflitto che apparentemente non gli appartiene.