Dopo l’ufficializzazione della giura iniziano i discorsi della procura e del team legale di Diddy

Inizia la seconda settimana del Diddy gate. Lunedì scorso si è apertura la selezione della giuria, ma il giudice Subramanian ha deciso di posticipare a oggi le udienze finali per arginare eventuali ripensamenti maturati durante il weekend, visti i temi delicati (abusi psicologici, fisici e sessuali) intorno ai quali ruota il processo.

Nel corso della settimana passata il numero dei potenziali giurati, partito da centinaia di persone in coda fuori dal tribunale, è stato ridotto a 43 -anche grazie alla somministrazione di un questionario dettagliato. Alcuni sono stati esclusi perché parenti di membri delle forze dell’ordine, per passati problemi con la giustizia o per questioni di comprensione della lingua. In altri casi le ragioni riguardavano più da vicino Diddy o i reati di cui è accusato: pregiudizi nei confronti dell’imputato o la sopravvivenza a un’aggressione sessuale hanno decretato l’esclusione del potenziale giurato.

Nella giornata di oggi è prevista la selezione definitiva dei 12 giurati e di 6 supplenti, dopodiché cominceranno subito le arringhe iniziali dei procuratori e dopo del team di difesa di Diddy. È prevista anche la partecipazione di tre testimoni dell’accusa, tra cui forse la stessa Cassie Ventura. Una domanda del questionario era dedicata alla sensibilità a immagini di violenza, forse in vista della proiezione in aula del noto filmato del pestaggio di Combs ai danni di Cassie.

Il processo dovrebbe durare dalle otto alle dieci settimane, con la fine prevista entro la pausa estiva, ma in casi così imponenti come questo non c’è niente di certo. A differenza di processi simili, il giudice Subramanian ha stabilito che non avvenga alcun tipo di copertura televisiva (o che avvengano registrazioni di alcun tipo), motivo per il quale ci si base sugli schizzi dei disegnatori per immaginare la situazione in aula -tra cui l’imbianchimento di barba e capelli di Diddy.

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Un’altra scelta singolare è stata quella di non ricorrere all’isolamento dei giurati, ma di consentirne il ritorno a casa dopo ogni udienza, salvo il divieto in essere di discutere del caso o di informarsi dello stesso attraverso i media.