Ways of Europe a Budapest, dove la democrazia trattiene il respiro
Il viaggio di Ways of Europe prosegue attraverso l’Ungheria dove, tra minacce e contraddizioni, molte associazioni e volontari tengono viva la solidarietà con gesti quotidiani di cura e resistenza.
Dopo una memorabile conferenza di due giorni in Francia, la tappa successiva di Ways of Europe giunge in Ungheria. Dal 4 al 7 novembre ci riuniremo a Budapest ed Esztergom per mantenere viva una domanda condivisa: come possiamo praticare la solidarietà in un’epoca in cui la democrazia appare fragile e la paura prende il posto della cura?
Dopo una cena informale a Budapest con tutti i partner ci sposteremo a Esztergom per trascorrere una giornata di scoperta e partecipazione attiva organizzata da Faktor Terminal. Trascorreremo la mattinata con le giovani ospiti del Centro Speciale per Minori, Scuola Primaria e Istituto Professionale di Esztergom e con gli studenti e le studentesse della scuola ELTE Radnóti Miklós, per anni considerata una delle migliori secondarie a livello nazionale. Le ospiti del Centro per l’infanzia sono bambine e ragazze dai dieci ai diciotto anni sotto tutela statale con seri problemi di comportamento e integrazione: la struttura le accompagna in un percorso di educazione e integrazione, fornendo spazi residenziali, lezioni e laboratori. Il centro di Esztergom ci ricorda che la solidarietà nasce nei luoghi dove le persone restano spesso invisibili: nelle ragazze affidate alle cure dello Stato, negli insegnanti che continuano a essere presenti, negli studenti che imparano ad ascoltare attraverso la diversità. Queste sono le radici di un’altra idea d’Europa. Dopo un pranzo condiviso presso l’istituto, assistiteremo alla proiezione di un film che offrirà nuovi spunti di riflessione sui temi centrali dell’evento transnazionale. La giornata si concluderà con una tavola rotonda insieme agli ambasciatori e ad altri stakeholder rilevanti, in un confronto aperto sulle prospettive europee emerse durante la visione del film.
Tornati a Budapest, si aprirà il dialogo alla Central European University con il forum Roots & Wings: Building a Europe of Solidarity, Law, and Peace condotto da Subjective Values Foundation. Le organizzazioni della società civile che hanno continuato a resistere anche in tempi difficili – tra cui l’Hungarian Helsinki Committee, Menedék, la Artemisszió Foundation e United for Intercultural Action – racconteranno come si difendono i diritti quando le istituzioni smettono di proteggerli. Prima attraverso una sessione di speed networking intitolata Connection Catalyst: Seeds of Change e poi attraverso il panel Voices from the Frontlines: Democracy, Solidarity, and Human Rights in Hungary, potremo immergerci nella realtà ungherese e conoscere le sfide che vanno affrontate per raggiungere una condizione di reale e radicale democrazia. Insieme avremo ascoltato, discusso e immaginato che tipo di Europa valga ancora la pena costruire, e da queste conversazioni prenderà forma un testo collettivo: la Dichiarazione di Budapest. Una raccolta di voci, esperienze e impegni politici in una dichiarazione d’intenti condivisa.
L’ultima mattina sarà dedicata alla riflessione su ciò che abbiamo appreso e su ciò che resta da fare. Perché questo viaggio continua: dalle strade di Budapest volgeremo lo sguardo a Barcellona, dove si terrà il prossimo incontro di Ways of Europe, guidato dalla Fundació Pere Closa. Lì l’attenzione si sposterà sulle lotte e sulla creatività delle comunità rom, sui temi di appartenenza, giustizia e potere culturale. Ogni tappa arricchisce la storia. Ogni incontro lascia tracce che attraversano i confini. E, muovendoci dalla Francia all’Ungheria e infine alla Spagna, ciò che si rafforza non è solo la nostra rete, ma la convinzione condivisa che un’altra Europa sia ancora possibile: un’Europa fondata sulla cura, sul coraggio e, testardamente, sulla pratica della solidarietà.




